Con Paolo Ciccarone, intervenuto a Pit Talk, abbiamo analizzato un po’ i cambiamenti nella rispetto all’anno precedente, evidenziando come la Ferrari abbia ridotto, si, il distacco da Red Bull, diventando la seconda forza del mondiale e sottolineando come la Mercedes non abbia compiuto il passo in avanti tanto atteso. C’è speranza che la diminuzione del gap tra Ferrari e Red Bull porti a una maggiore battaglia in pista ma allo stato attuale è certamente difficile prevederlo:
Il distacco medio che la Ferrari prende da Red Bull è cambiato ma soprattutto la Ferrari è la seconda forza del mondiale in questa fase, perché il passo in avanti che doveva fare la Mercedes non l’ha fatto. Diciamo che il secondo posto nella classifica costruttore dell’anno scorso è stato proprio il frutto del caso dell’ultima gara più che diciamo, un valore concreto di miglioramento da parte degli anglo-tedeschi.
Per cui sono diminuiti i distacchi della Ferrari e gli altri tra cui Mercedes e Aston Martin sono indietro. McLaren ha fatto un passo avanti rispetto all’anno scorso ma meno rispetto a quello che aveva fatto nella seconda parte di stagione, per cui sono ancora in fase di assestamento e la speranza è che questa riduzione del gap tra Ferrari e Red Bull possa portare a una maggiore competitività e magari a qualche risultato sorpreso!”
L’importanza della gestione delle gomme, però, rimane il punto cardine della stagione. Fintanto che il regolamento rimarrà invariato, la conoscenza di tale parametro sarà cruciale per il successo in gara più di qualsiasi altro perchè esso prevede la capacità di sapersi adattare prima e meglio di altri a variabili come l’asfalto e temperature:
“Dal punto di vista tecnico, Red Bull ha ancora quel vantaggio della gestione gomme perché questo qui ormai è un campionato delle gomme. Se ci fate caso in qualifica più o meno sono tutti quanti là che tirano lo spasimo e tirando lo spasimo più o meno arrivano tutti al risultato. Pensate che c’erano tre piloti in 55 centesimi sullo schieramento, quindi un gap veramente ridotto. Poi pronti-via si parte e con la gestione delle gomme cambia completamente la musica. C’è chi riesce ad avere un ritmo maggiore, vedi Red Bull, e chi invece deve adeguarsi ad un ritmo più basso. Guarda un pochino Norris e Hamilton con McLaren e Mercedes che addirittura sono finite dietro alla Ferrari di Bearman, che era debuttante, quindi più di tanto non si poteva pretendere. Questo per dire che il problema di base è la gestione delle gomme. Fintanto che resta questo regolamento, la chiave di volta sarà la gestione in gara. Credo che chi ha quel vantaggio nel riuscire a capire prima come farle funzionare e come farle durare di più avrà quell’asso nella manica che abbiamo già visto purtroppo l’anno scorso.
Poi, altro discorso, vorrei tanto capire perché nelle previsioni pre-gara era comparsa una bella grafica in cui dicevano che con le gomme soft avrebbero fatto 18 giri, con le gomme medie avrebbero fatto 22 giri. Adesso vorrei sapere chi glielo dice a Hamilton e Norris che ne hanno fatti 38, hanno fatto praticamente il doppio della distanza! E visto che al settimo giro è entrata la safety car tutti quanti a cambiare le gomme con le dure che dovevano durare 30 giri invece in realtà ne hanno fatti quasi 43-44 quindi c’è un qualcosa che probabilmente all’interno della stessa Pirelli faticano a capire!”