domenica, Dicembre 8, 2024

F1 | Ferrari, i nostri perchè di un empasse tecnico ed umano

Abbiamo provato a fare un gioco commentando a vari aspetti che oggi proprio non vanno in Ferrari e che potrebbero essere - forse - le cause della perdita di fascino e appeal non solo in pista ma anche tra i fan.

Nel mondo delle corse, non solo in F1, Ferrari è un nome che evoca potenza, prestigio e una lunga tradizione di successi. Tuttavia, negli ultimi anni, si è diffusa l’idea che la Scuderia abbia perso parte del suo fascino. Prendiamo spunto da un articolo pubblicato da Giorgio Terruzzi per il Corriere della Sera pubblicato la settimana scorsa, in cui si prova a capire se e in che modo Maranello abbia perso il suo fascino verso chi guarda dall’esterno. Noi proveremo a dire, umilmente ed in maniera totalmente disinteressata, se ci sia un fondo di verità in tutto questo andando a commentare con considerazioni personali.  

Uno dei principali motivi per cui Ferrari ha perso indiscutibilmente il suo appeal è il declino delle sue prestazioni in pista. Negli ultimi anni, la Scuderia è stata costantemente superata da squadre come Mercedes e Red Bull, finendo spesso lontano da posizioni di vertice e persino, una volta, al quarto posto nel mondiale costruttori. Diverse le annate sottotono per la Rossa da quel lontano 2008 (epoca dell’ultimo mondiale vinto), con il 2020 che ha rappresentato forse il punto più basso dei suoi ultimi quarant’anni di storia. E forse, in quel caso, il mero aspetto tecnico c’entra poco… 

Ad ogni modo, sebbene si faccia fatica ancora oggi a vedere una via d’uscita da questa fase di empasse tecnico, non si tratta comunque solo di risultati deludenti. Ciò che sembra mancare a Ferrari è l’anima, quella connessione con i tifosi (e qui ci ricolleghiamo e ci sentiamo sulla stessa lunghezza d’onda di Terruzzi) che una volta era così forte. In passato, la Scuderia riusciva a trasmettere emozioni forti, non solo attraverso le prestazioni ma anche per la sua modalità unica di comunicazione. C’era coinvolgimento, c’era chiarezza di obiettivi, c’era determinazione nel raggiungerli e una linea chiara con i tifosi. Quando le cose andavano male si cercava di indentificare il problema la Ferrari e i ferraristi sembravano uniti, non si trattava “di capire” non si vinceva “tra quattro anni” (ogni riferimento a persone e fatti è puramente casuale). Ora sembri che manchi quella voglia, quel calore, quella passione di puntare in alto. E la voglia di trasmetterla all’esterno. 

Un altro elemento che ha contribuito alla percezione di declino di Ferrari è il senso di disorientamento e mancanza di leadership all’interno della squadra, una persona che col proprio carisma trasmetta la consapevolezza della direzione intrapresa. Le parole di circostanza e le battute che ridere proprio non fanno e che non suscitano alcuna reazione positiva da parte dei tifosi contribuiscono a creare un altro punto di distacco tra la Scuderia e il suo pubblico. Inoltre, sembra mancare una figura di spicco che riesca a guidare la squadra e a prendere decisioni strategiche per migliorare le prestazioni. Questo lascia i fan con una sensazione di frustrazione e insoddisfazione, poiché sembra mancare una chiara spiegazione su come vengano affrontati questi problemi.

Inoltre, guardando al futuro, sembra che alla Ferrari manchi la capacità di innovare per restare al passo con gli altri competitors. Quante volte abbiamo sentito nell’arco degli ultimi quindici anni della mancata corrispondenza tra i dati ottenuti ai simulatori, ai CFD, nelle varie gallerie del vento e la pista? Quante volte abbiamo sentito il management che avrebbero sistemato questi aspetti? Ebbene mentre la Ferrari parla, gli altri agiscono investendo in nuove tecnologie e sviluppando le proprie vetture in maniera più efficace, decisa e al passo coi tempi (e coi regolamenti). Questa mancanza di innovazione potrebbe essere uno dei motivi per cui la squadra sta perdendo terreno rispetto ai suoi rivali.

E poi ci sarebbe, infine, anche la questione del peso politico della Rossa ai vari tavoli decisionali e tra i corridoi di Place de La Concorde, a Parigi. Ma su questo tema potremmo aprire dibattiti infiniti. Possiamo soltanto riportare che – a parere di chi scrive – qualcosa di in tal senso è cambiato in maniera preoccupante dal 2009 è definitivamente scomparso tra il 2014 e il 2015. Ricoderete cosa è capitato in quel periodo, i tanti cambi al management e nell’organigramma tecnico… E non basta l’avere ancora il diritto di veto per esercitare il proprio potere politico.  

Alla fine questo testo è stato solo un gioco, un mero tentativo di commentare e dare uno spunto di riflessione ai nostri lettori che può essere visto sia positivamente che negativamente. Tuttavia è fuori discussione per riconquistare il suo fascino i risultati in pista siano fondamentali. Bisogna tornare ai vertici della F1. Ferrari potrebbe aver bisogno di una rivoluzione o di interventi profondi, forse un cambiamento radicale nella leadership, l’investimento in nuove tecnologie e l’adozione di una mentalità più innovativa proprio sul fronte sportivo, non su quello aziendale. Tuttavia, è importante sottolineare che tali cambiamenti richiederanno tempo e dedizione per essere pienamente implementati e non porterebbero certo a risultati immediati. C’è ancora da aspettare, per davvero. 

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non tifo e non simpatizzo squadre e piloti. Amo tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

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