Nel corso del GP dell’Azerbaijan l’effetto del DRS Red Bull ha annichilito le velocità di punta delle altre monoposto. La RB19 gode di un incremento notevole della velocità sul dritto una volta aperto il DRS.
Questo vantaggio permette alla scuderia di Milton Keynes di rendere molto semplici i sorpassi sui lunghi rettilinei, ma anche di trarne vantaggio durante i giri di qualifica. Abbiamo realizzato dei grafici che riprendono le telemetri nel corso del GP di Baku, in diverse situazioni.
Osservando il grafico il picco della linea verde, che corrisponde a Max Verstappen, è evidente che con DRS aperto è molto più veloce rispetto ai rivali, a parità di condizioni. Il guadagno della RB con DRS aperto è di quasi 20 km/h rispetto a quando è chiuso. In media le altre monoposto quando aprono il DRS guadagnano dagli 8 ai 10 km/h, in condizioni favorevoli.
Molto esplicativo il grafico del giro veloce in gara dei tre piloti finiti a podio. A parità di condizioni, circa nello stesso momento della gara (Leclerc 49° giro, Verstappen 51° e Perez 50°), le velocità sul dritto si equivalgono. Con il DRS chiuso possiamo dire che Red Bull e Ferrari non hanno una grande differenza a livello di Power Unit. L’exploit della RB19 con il DRS aperto lo si nota anche in gara, quando i due alfieri della Red Bull aprono il DRS all’inseguimento di Leclerc.
Non a caso Verstappen svernicia Leclerc prima ancora di arrivare al punto di frenata in curva 1. Quasi 20 km/h di differenza tra Perez e Leclerc nel rettilineo principale alla fine del quarto giro. La differenza è enorme, se si pensa che Leclerc in gara con DRS aperto è arrivato massimo a 333 km/h.
Ma tecnicamente, la Red Bull, come fa a sfruttare così tanto l’effetto dell’ala mobile? Al riguardo abbiamo sentito anche il noto Ingegner Argentino Enrique Scalabroni ex Wiliams, Lotus e Ferrari.
L’idea è molto semplice, non ci sono novità stravaganti. La RB19 produce molto carico aerodinamico dai tubi venturi (effetto suolo), dal corpo-vettura, potendo godere di questo enorme carico, può servirsi di un utilizzo diverso della ali. La parte FISSA dell’ala posteriore viene tenuta molto scarica, mentre viene “caricata” maggiormente l’ala mobile. Gli altri team usano la parte fissa ben più carica, senza estremizzare il carico aerodinamico sull’ala mobile. Generando tanto carico aerodinamico sul DRS, quando lo apri, il gap è esorbitante proprio grazie a questa caratteristica. La RB può sfruttare a proprio vantaggio l’enorme carico aerodinamico che la vettura genera, anche a basse velocità.
E allora perchè gli altri team non fanno lo stesso? Proprio perchè non riescono a generare carico dal corpo vettura quanto la Red Bull e non possono permettersi di scaricare il profilo alare fisso (il main-plane) per non trovarsi poi con poco carico alle medie e basse velocità.
Ringraziamo l’ingegner Scalabroni per il confronto tecnico che ci ha permesso di capire più a fondo il “trucco” del DRS della RB19.
Ora sta agli altri team capire come generare talmente tanto carico da ottenere velocità di punta spaventose con il DRS aperto.