F1 | Australia: conta più lo show che lo sport

Nel GP d'Australia ha regnato il caos più totale, con ben tre bandiere rosse esposte durante la corsa. Tutte queste bandiere rosse indicano che si sta andando sempre più verso una F1 orientata sullo show piuttosto che verso lo sport...

In F1 nel corso del GP d’Australia sono emersi parecchi punti interrogativi sulla gestione della corsa. All’Albert Park è il caos che ha regnato nel bel mezzo di tre bandiere rosse. Max Verstappen senza dubbio ha pienamente meritato di vincere a Melbourne, nonostante le numerose interruzioni e SC che hanno in qualche modo penalizzato la condotta di gara dell’olandese. In pratica il pilota Red Bull per via delle continue interruzioni della corsa si è visto azzerato più volte il vantaggio accumulato nei confronti dei rivali.. Ma vabbè, andiamo oltre..

La Williams di Albon rientrata pericolosamente in pista dopo l’impatto in curva 6 durante le prime fasi del GP.

Si possono analizzare le tre bandiere rosse: la prima esposta dopo l’incidente di Albon ci poteva stare per motivi di sicurezza. La Williams del thailandese dopo aver impattato contro le barriere in curva 6 è rientrata pericolosamente in pista, con i piloti bravi ad evitare l’impatto con la Williams.

In seguito con i numerosi detriti e con la tanta ghiaia presenti in pista, la direzione gara ha preso la decisione di interrompere il GP di F1. Tuttavia sarebbe bastato tener un regime di SC per qualche giro, al fine di consentire ai commissari di rimuovere la vettura di Albon, e di ripulire la pista…

Seconda bandiera rossa nel giro 53: Magnussen va ad impattare con la sua Haas contro le barriere in uscita da curva 2, lasciando lungo il rettilineo (per arrivare a curva 3 per intenderci) diversi detriti e la carcassa del pneumatico posteriore persi dalla vettura. Anche in questo caso sarebbe bastato l’ingresso della SC. In pista non c’erano condizioni di pericolo a tal punto da giustificare una bandiera rossa…

Il contatto Alonso-Sainz dopo la seconda ripartenza del GP d’Australia.

Terza ed ultima bandiera rossa: siamo nel giro 56 dei 58 previsti, con la ripartenza del GP di F1 dopo la seconda interruzione della gara. E qui succede il “demolition derby” con le due Alpine fuori dalla corsa. Così come Sargeant e De Vries. Il tutto forse creato dal contatto tra Alonso e Sainz…

In questo caso la bandiera rossa era giustificata, ma tanto valeva interrompere la corsa senza quel giro d’onore finale… Il direttore di gara Wittich ha agito sicuramente pensando alla sicurezza in pista, ma tutte queste interruzioni del GP assomigliano più al concetto di uno show che di uno sport. Abu Dhabi 2021 e Monza 2022 non hanno insegnato nulla evidentemente…

Niels Wittich, direttore di gara della F1 dalla scorsa stagione al posto di Masi.

Sarebbero bastate tre SC senza dover “resettare” il GP ogni volta. Le decisioni prese da Wittich hanno vanificato le gare di diversi piloti, andando a falsare l’esito finale della corsa… La F1 rischia di perdere fascino proseguendo verso questa direzione. Con Liberty Media ed anche la FIA che spingono la categoria sempre più verso una “Formula Show” attraverso regolamenti sportivi assurdi.

Ok la sicurezza prima di tutto, ma questo sport non potrà mai essere senza rischi. Quindi va bene applicare le regole sul fronte della sicurezza in pista, senza però stravolgere l’essenza della F1! Con l’ossessione di volere una F1 a rischio zero, ci si allontana sempre più dall’essenza di questo sport..

Alberto Murador