domenica, Dicembre 8, 2024

Altri costruttori salgono sul carro della F1

Nuovi costruttori si affacciano al mondo della F1, non solo per la gloria della categoria, ma soprattutto per trovare alternative al motore elettrico.

Il 2 febbraio scorso FIA ha comunicato l’apertura ufficiale a future nuove scuderie a partire dal campionato 2026, all’alba del prossimo Patto della Concordia.

Il giorno successivo, Ford annuncia l’ingresso in F1, sempre dal 2026, come fornitore Power Unit in partnership con Red Bull Powertrains. La scuderia Red Bull abbandonerà quindi il vincente motore Honda.

Notizie che si aggiungono alla volontà di Andretti e GM di entrare nel circus, con il placet del presidente FIA Ben Sulayem, ed all’ingresso di Audi tramite l’acquisto di Sauber.

Insomma, il carro della F1 è partito di gran carriera, e i maggiori protagonisti internazionali dell’ automotive fanno a gara per saltare su.

Quale interesse muove i costruttori?

È facile capire che la rinnovata fama della F1 attragga player importanti, ma è necessario andare oltre l’ovvio.

Il regolamento sportivo 2026 è incentrato sulla creazione di motori a combustione interna alimentati con carburanti 100% sostenibili e utilizzabili sulle auto di tutti i giorni, come avevamo già approfondito lo scorso ottobre.

I più grandi costruttori mondiali saranno quindi completamente immersi, nei prossimi tre anni, a dimostrare al pubblico ed ai governi come un’alternativa commerciale al motore elettrico possa esistere.

Affinché questa alternativa possa essere realmente proposta agli organi regolatori mondiali, deve avere una catena del valore con maggiore sostenibilità delle materie prime, minori emissioni ed una migliore gestione del fine vita.

I limiti delle batterie a agli ioni di litio utilizzate sia in F1 che nelle auto stradali hanno problemi intrinseci evidenti.

I materiali necessari per costruirle, come nichel, cobalto e lo stesso litio, sono di limitata reperibilità, ed il reinserimento nell’economia circolare del pacco batteria ha da poco trovato sbocchi che comprendono limitatamente il riciclo dei materiali per la difficoltà di de-assemblaggio dello stesso.

Nuovi carburanti, nuovi motori, nuova F1

I carburanti utilizzati a partire dal campionato 2026 sono detti completamente sostenibili perché, per produrli, viene catturata tanta CO2 dall’atmosfera quanta ne emetteranno durante l’utilizzo, rendendoli così carbon neutral.

Ovviamente, la neutralità carbonica non significa emissioni zero, così come presentate da FOM nel suo programma NET ZERO, dove la faranno da padrone i carburanti sintetici.

Le vere emissioni zero in un motore a combustione possono essere raggiunte, allo stato attuale delle cose, solo tramite l’idrogeno.

I limiti di distribuzione e stivaggio dell’idrogeno sono noti, ma gli importanti investimenti governativi su questa tecnologia fatti in tutto il mondo, Italia compresa, fanno sperare su quale direzione prenderanno i costruttori.

Ford già avanti

Nello scorso anno, Ford ha brevettato un nuovo sistema di combustione per motori turbocompressi ad idrogeno.

La casa dell’ovale blu ha da tempo separato la sua divisione ricerca e sviluppo motori in due comparti: quella che segue lo sviluppo elettrico e quella votata alla ricerca di nuove tecnologie per il motore a combustione interna, che ha sviluppato il brevetto.

Honda, al contrario, è fortemente scettica sull’utilizzo diretto dell’idrogeno nei motori a combustione, come si nota dalle loro politiche espansive sui motori Fuel Cell; sta però spingendo le ricerche sulle biomasse per la produzione di carburante sintetico a CO2 totalmente compensata.

il motore ad idrogeno sviluppato da Yamaha per Toyota

Nel resto del mondo, Toyota è a capo di una cordata, con Mazda, Kawasaki, Yamaha e Subaru, di ricerca alle alternative all’elettrificazione. Loro è il motore prototipo con cilindrata 5 litri.

Alpine ottimista, gli altri non pervenuti

Le altre realtà che, a partire dal 2026, forniranno i motori per la F1 non hanno presentato piani alternativi all’elettrico.

A dare un barlume di speranza al rombo dei motori, è Alpine, dalle parole del suo A.D. Laurent Rossi.

Rossi crede che ci sia ancora tempo, da qui al 2030, per presentare in F1 un motore ad idrogeno, e stanno studiando tutte le soluzioni possibili per far sì che ciò accada.

Se un colosso come Renault, di cui lo stato francese è comproprietario, decide di sviluppare una nuova tecnologia per il motorsport più importante al mondo, è per mettere a terra un progetto utilizzabile da tutti, con una sostenibilità potenzialmente migliore dell’elettrico.

 

Ultimi articoli

3,745FollowersFollow
1,130SubscribersSubscribe
Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com