Il GP dell’Arabia Saudita ha confermato quanto visto in Bahrain. Un dominio Red Bull, con tanto di rimonta di Verstappen dalle retrovie. Segno di una sicurezza e forza che sembrano già indirizzare il campionato F1 verso un epilogo scontato.
Ciò di cui si parlava tanto alla vigilia della gara, è proprio il passo. La Red Bull è ovviamente su un altro pianeta, mentre “le altre” sono dietro a darsi battaglia. Aston Martin conferma la competitività del primo GP, con un Fernando Alonso molto gasato per questo inizio di stagione.
L’AMR ha una monoposto molto stabile nel posteriore, ma che soffre sulla velocità di punta, tallone d’Achille della AMR23 in parte sopperito dalle eccelse abilità di guida di Alonso. In alcuni tratti di gara Alonso ha avuto un ritmo superiore a Perez e Verstappen, ma sui rettilinei si è dovuta arrendere. Questo ritmo purtroppo non gli ha permesso di lottare con loro, ma è segno che l’Aston Martin è l’unica squadra che al momento potrebbe davvero impensierire la Red Bull, nonostante i 20 secondi di distacco dal primo posto.

Quando Verstappen ha avuto strada libera davanti a se è stato inevitabilmente superiore e anche di parecchio, ma il ritmo di Alonso è stato ottimo per l’intera gara, andando anche a migliorarsi nei giri finali. Con gomma hard Alonso è riuscito a tenere un ritmo intorno all’1:34, necessario per confermare il terzo posto nonostante la penalità.
Passo gara Ferrari invece molto preoccupante. Addirittura inferiore alla Mercedes.

Persino con gomma soft Leclerc non è riuscito ad avere un ritmo superiore a quello di Russell. Vero che Leclerc era in piena rimonta, ma in diversi giri il monegasco poteva usufruire del DRS di quelli davanti. Con gomma hard la differenza tra i due è considerevole (dal 16° giro in poi). La W14 è una monoposto che per la Mercedes non ha senso di esistere, eppure la Ferrari è riuscita ad essere più lenta di entrambe le Mercedes.
Ancora più impietoso il confronto con Verstappen.

Mai vicino ai suoi tempi, impossibilitato nell’ingaggiarlo o nel potergli rispondere da eventuali attacchi. Il grafico evidenzia una differenza di 1.5/1.7 secondi al giro con la stessa mescola. Un divario abissale, incolmabile. Evidentemente qualcosa in Ferrari non funziona e non si riesce a stare al passo degli altri, visto che anche Mercedes si è messa davanti. Quando Leclerc girava sull’1:34.9, Verstappen siglava giri intorno all’1:33.1.
Com’è possibile che a Jeddah, nel 2022, Ferrari si giocava la vittoria con Red Bull, mentre ad un anno di distanza finisce lontana 36 secondi?