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Nella battaglia tra FIA e FOM per l'ingresso di Andretti nella griglia dei partecipanti F1, saranno i costruttori alla ricerca di un'alternativa all’elettrico a farne le spese

La recente dichiarazione del presidente FIA Ben Sulayem, ossia sondare il terreno per un undicesimo team in F1 dal 2026, ha avuto una immediata risposta dalla Andretti Racing.

Il team americano, da tempo alla finestra per un posto nel circus, ha annunciato una collaborazione con Cadillac, quindi General Motors, per lo sviluppo della proposta FIA.

Il terzo incomodo è la FOM, l’organizzatore, che nel Patto della Concordia del 2021 ha inserito una clausola a tutela delle scuderie: ogni nuovo entrato in F1 dovrà pagare un gettone di ingresso di 200 milioni di dollari, da dividere equamente tra le scuderie già presenti.

La clausola, accettata bonariamente nel 2020, ora sembra non bastare più.

F1 – Stefano Domenicali, executive manager di Liberty Media

Il crescente interesse da parte del pubblico ha fatto salire il valore intrinseco del prodotto F1, più di tutti ne è ben conscio Stefano Domenicali.

E sono ben consci i Team Principal di tutte le scuderie di quanto valgano 200 milioni fratto dieci scuderie: 20 milioni cadauno; circa il 13% dei 155 milioni stanziati dalle regole del budget cap per il 2023.

Proporzionalmente, un paio di gare. Neanche la più piccola scuderia può essere interessata economicamente, ne dà conferma Steiner nelle sua dichiarazione a Beyond the Grid

Sono favorevole all’ingresso di un ulteriore Team solo se concretamente può portare maggiore introiti alla F1, se non fosse così significherebbe solo spartirsi una torta in undici invece che in dieci.”

F1 – Gunther Steiner, Team Haas, Spa-Francorchamps, 2022

Nel pragmatismo meranese che lo contraddistingue, Steiner ha espresso in parole il pensiero e i dubbi di tutti gli altri colleghi e del CEO Domenicali.

Certo, perché se il partner di Andretti è GM, i soldi non sono un problema. O almeno i 200 milioni iniziali.

 

Cui prodest?

Domenicali dovrà quindi rivedere il Patto della Concordia, in scadenza il 2025, per poter porre i corretti paletti d’ingresso e mantenere il circus uno sport per pochi.

Ma farà davvero bene alla F1 una tale ortodossia? E’ vietato immaginare gare con 22 macchine? Domenicali sta pensando al bene dello spettacolo o dell’equilibrio economico fra le squadre?

Badate bene, nessuno immagina Ben Sulayem come una giovane educanda. Il botta e risposta ad orologeria fra FIA e Andretti lascia pensare male chiunque non sia addentro le stanze della Federazione.

Ma alla luce del regolamento 2026, dove i motori dovranno bruciare carburante completamente sostenibile, è meglio avere più costruttori possibili, quindi anche GM, impegnati in un solo obiettivo.

L’obiettivo non è solo allontanare lo spettro di una brutta copia della Formula E, è soprattutto trovare un’ alternativa industriale alla completa elettrificazione del parco auto circolante fortemente voluta dai governi mondiali.