F1 | Verstappen campione nel caos di Suzuka

Max Verstappen in Giappone vince gara e titolo mondiale. Un trionfo meritato figlio di una stagione dominata. Perde ancora una volta la FIA che dopo Monza e Singapore riesce a creare altro caos tra ritardi, trattori in pista e penalità. Male la Ferrari anche se Leclerc va a podio, Sainz a muro.

 

Max Verstappen è campione del mondo per la seconda volta. Con il trionfo nel GP di Suzuka l’olandese bissa il titolo mondiale del 2021. Lo fa con una Red Bull motorizzata Honda nella pista di proprietà della Honda nel weekend che celebra i 40 anni di HRC. Per i giapponesi una giornata memorabile.

Verstappen ha dominato anche qui mostrandosi una spanna sopra tutti. Il GP è stato corso in condizioni meteo ostili ma anche sul bagnato lui è stato perfetto. Per Verstappen essere diventato bicampione del mondo – per la guida che esprime – è un fatto meritato. Il podio lo completano Perez e Leclerc.

Nel finale uno splendido duello tra i due è finito con un’infrazione del ferrarista che ha fatto prima miracoli e poi gomitate nel provare a mantenere la seconda posizione. All’ultima curva l’episodio chiave. Prima un lungo a poi un blocco a Perez gli sono costati i 5 secondi di penalità valsi il sorpasso virtuale del messicano

Penalità anche giusta ma assegnata con modi e tempi troppo diversi da quanto accaduto 7 giorni prima a Singapore. Gli attori erano i medesimi, i giudici no. Per la F1 la coerenza nel giudicare i fatti di pista oggi è una chimera.

Il GP è stato diviso in due fasi. Soprattutto nella prima la FIA ha avuto modo di dare il peggio di sé ancora una volta. In primis tutti sono partiti con gomme intermedie sotto una pioggia torrenziale, si poteva evitare? Si.

Gru in pista nel GP del Giappone

Poco dopo il caos. Più macchine si girano, Sainz perde il controllo della sua Ferrari e va a muro. Gasly prende in pieno un cartellone e si trova costretto a fermarsi ai box per mettere le gomme rain e levare l’impiccio. Bandiera rossa. Sembrerebbe finita ma c’è spazio per un episodio gravissimo. Mentre Gasly cerca di raggiungere il gruppo trova sul percorso il trattore intento a raccogliere la rossa numero 55.

La mente va al 2014, stessa pista, stesse condizioni meteo ed un nome. Jules Bianchì, un ragazzo che non c’è più. Non doveva mai più accadere, è successo ancora. A Monza e oggi. Inaccettabile, come inaccettabile è la FIA che minimizzi incolpando Gasly. Sì il  francese non doveva andar così forte in quel contesto ma il trattore non doveva essere lì. Che comunicazione c’è tra direzione gara e commissari? Pessima!

Si attende oltre un’ora per ripartire. La gara sarà poi un dominio della Red Bull di Verstappen in volo verso la vittoria. Due i confronti che infiammano il pubblico. Ocon – Alonso e il già detto Leclerc – Perez. La Ferrari mangia le gomme e non tiene il ritmo, il podio è un lusso. Oltre al giro secco la rossa non c’è.

Ad ogni gara varia il metro di misura per gli episodi “da arbitrare” ma da Monza in poi l’operato della direzione gara si è dimostrato più e più volte discutibile. Verstappen al traguardo si scopre iridato.

Sono stati conteggiati i punteggi pieni in quanto la gara è stata considerata completata.

Verstappen ha vinto perché è il migliore. Tutti questi ragazzi straordinari meriterebbero una direzione gara e un regolamento più chiaro in grado di non accendere troppe polemiche. Non avesse vinto qui Max l’avrebbe fatto ad Austin. Non discutiamo la capacità di guida dei piloti, sono proprio loro che meritano prima di tutti una Formula 1 più chiara, semplice, trasparente.

Certamente non questa.