E’ un GP agrodolce quello che sta per essere disputato sul tracciato dell’Autodromo Nazionale di Monza. Per la Ferrari le speranze sono poche, nulle per il titolo mondiale. La situazione inizia ad essere addirittura preoccupante per la prossima stagione. Se fino a prima della pausa estiva c’era velato ottimismo ora è chiaro a tutti che la via in quel di Maranello è smarrita.
Solo sei mesi fa la Ferrari arrivava a Imola con grandi speranze e la consapevolezze. Leclerc era leader della classifica mondiale, Red Bull pareva all’angolo. Sei mesi dopo lo scenario si è capovolto, Red Bull è padrona del campionato mentre Ferrari arranca tra molti gravi errori ed un preoccupante calo di competitività.
L’autodromo di Monza non se la passa meglio. Solo ieri il gip ha permesso il dissequestro delle aree adibite alla fan-zone. Rispetto al resto del mondo il GP d’Italia è ricco di storia come nessuno. Monza rappresenta il tempio della velocità, il suo status è riconosciuto e rispettato in tutto il globo. Chi negli anni se ne è occupato è evidente non l’ha fatto nel rispetto dell’importanza del luogo e della sua storia.
Politici e amministratori saranno in giacca e cravatta sulla linea del traguardo al passaggio frecce tricolori per una bella altra foto di rito, ma realtà per il futuro, del circuito è dramamtica
Monza è a rischio, come ha detto Stefano Domenicali “per ospitare la F1 la storia non basta più”, servono soldi e strutture adeguate.
Dal punto di sportivo la Ferrari ci arriva come un puglie suonato. Spa e Zandvoort sono stati due cazzotti da ko, l’imperativo è reagire. Almeno per onore della livrea rossa.
Non sarà una gara facile, Red Bull è favorita d’ufficio. Sulla monoposto di Sainz debutterà un nuovo motore alleggerito. Lo spagnolo nel caso partirà dal fondo. Prestazione o affidabilità. La rossa spinge consapevole che a questo punto la ricerca della prestazione vale più dell’affidabilità. Oramai il mondiale è andato.
Dopo questo trittico di gare successive alla pausa estiva, dopo Monza insomma, sarà davvero il caso di fare il punto della situazione. La Ferrari non va, come ha detto Turrini a Pit Talk, ai vertici manca la passione per le corse. Corse … che sono il dna di un cavallino ormai smarrito. Serve un cambiamento, inutile girarci intorno. Ma chi può intervenire se il disamore per le corse arriva proprio dall’alto?
Tra Pietro Bordino a Daniel Riccardo 100 anni di storia. Poche le interruzioni, dal 1950 sempre in calendario per il campionato del Mondo di F1 con la sola eccezione di Imola nel 1980.
Michael Schumacher e Lewis Hamilton con 5 successi a testa sono i piloti più vincenti sul tracciato brianzolo, segue Piquet a quota 4. Tra i piloti in pista domenica 3 successi per Vettel, 2 per Alonso, 1 per Ricciardo, 1 per Gasly e Leclerc.