F1 | Vandone sul team radio di Alonso a Spa: “Aveva un fine di malizia”

Tra gli episodi che hanno fatto discutere alla fine del GP del Belgio a Spa-Francorchamps spunta fuori il contatto tra Alonso ed Hamilton. A Pit Talk Fabiano Vandone, ospite della puntata 318, non ha esitato a dire la sua sull’incidente che ha causato il ritiro del britannico al volante della Mercedes.

La ripresa della F1 dopo la pausa estiva ha sicuramente regalato diversi colpi di scena a Spa-Francorchamps. Non solo per quanto riguarda la nuova direttiva tecnica imposta dalla FIA. Senza dubbio, uno degli episodi più salienti del Gran Premio del Belgio è stato il contatto tra Fernando Alonso e Lewis Hamilton. Un incidente di gara (così definito dalla direzione) ai danni del britannico, costretto poi al ritiro.

Alonso F1 Belgio
Fernando Alonso – GP Belgio F1 2022

Tante le discussioni create attorno non solo alla collisione tra la Alpine e la Mercedes, ma anche per quanto riguarda le parole dello spagnolo in un team radio con il suo ingegnere di pista. In cui ha definito il sette volte iridato “un idiota che sa vincere solo quando parte primo”.

Un semplice sfogo o un modo per mandare un messaggio ai direttori di gara? Secondo Fabiano Vandone, ospite della puntata 318 di Pit Talk potrebbe essere una strategia con un secondo fine.

Io sono convinto che i piloti che ormai sono in F1 da cinque, sei, dieci o più anni hanno un controllo totale di quello che sta succedendo in macchina da poter gestire anche quello che dicono per influenzare la direzione gara. Sicuramente il commento di Alonso aveva un fine di malizia per dare un quadro, secondo lui, rafforzativo di quello che era successo in pista, a suo favore. Un commento del genere me lo aspetterei da un ragazzino al secondo o al terzo anno come sfogo. In quel caso lì era un commento che aveva un secondo obiettivo.

Ovviamente, si è parlato anche della manovra in pista che ha portato allo scontro delle due monoposto:

La manovra in pista? Secondo me, ci sta tutto che fosse un incidente di gara ed è giusto che ci sia. Perché altrimenti sarebbe una F1 telecomandata e telepilotata dai box. Quindi è anche “bello” vedere che c’è uno scontro tra due piloti non inteso come impatto, ma come confronto in pista molto duro che poi può portare anche a un impatto o a un’uscita di pista. Fa parte della F1. Teniamo conto di una cosa: un pilota quando arriva dopo la F3, quindi in F2 o in F1, sa dove può spingersi. Un contatto di quel tipo lo fai in una curva da terza marcia, dove viaggi a 100-120 km/h. Il massimo che può capitarti è una ruotata. Non lo fai all’Eau Rouge e non lo fai al Pouhon. Comunque sai che faresti molto male a un altro pilota, in quel caso un Alonso ad un Hamilton. Quindi c’è sempre un limite alle manovre a rischio, che viene gestito alle curve dove c’è spazio di fuga. Dove si va a bassa velocità. Dove ci sono le condizioni di sicurezza per alzare il livello di rischio un po’ di più.