lunedì, Febbraio 10, 2025

Binotto e il grande bluff: la Ferrari non lotta per il titolo

F1 – Mattia Binotto ha gettato la maschera: l’obiettivo della Ferrari per il 2022 non è vincere il Mondiale. Lo ha detto durante un’intervista alla BBC ell quale ha smentito tutti i proclami di inizio stagione e ridimensionando gli obiettivi.

Una doccia fredda per i tifosi, mentre probabilmente più di qualche addetto ai lavori si sarebbe aspettato questo genere di dichiarazioni. L’obiettivo della Scuderia di Maranello, dunque, non è quello di vincere ma di essere competitivi. Ma cosa vuol dire tornare a essere competitivi, stando alle parole di Binotto? Tutto e niente. In uno sport dove “il secondo è il primo degli ultimi” questo significa non vincere e quindi perdere l’unico obiettivo che un team come la Ferrari può e deve avere fisso: il titolo mondiale.

E quindi tutti quelli che gridavano al trionfo più o meno facile sono stati zittiti e smentiti dal team principal della Ferrari, che alla fine non ha posto nessun obiettivo.

All’inizio della stagione, però, era molto facile rilasciare interviste piene di ambizioni e obiettivi, screditare gli avversari e mostrarsi agli occhi della stampa come gli unici in grado di meritare la scalata al titolo, con annesso dominio della stagione. Peccato che gli avversari non fossero rimasti a dormire e abbiano ben presto ridimensionato le ambizioni della Ferrari.

Dunque le dichiarazioni di Binotto suonano come una chiara ammissione di colpa per avere forse sopravvalutato il potenziale della scuderia e aver illuso tifosi e addetti ai lavori. Di sicuro screditare gli avversari (come fatto dalla stampa addebitando a inizio stagione a Red Bull e Mercedes un presunto ritardo nella presentazione delle monoposto) senza risolvere i problemi in casa propria è stato controproducente alla luce dei risultati e degli errori che sono stati commessi nelle prime gare stagionali, tra i quali il più clamoroso è stato il disastro ai box di Montecarlo.

Proprio per questo le ultime dichiarazioni di Binotto, che fanno ripiombare sulla Terra quelli che ormai si erano già riempiti la bocca parlando di titolo mondiale in cassaforte, pur essendo doverose e necessarie rappresentano di fatto uno schiaffo a Charles Leclerc e Carlos Sainz, che invece al titolo mondiale ci credono davvero e ci stanno mettendo anima e corpo per ottenerlo, nonostante una monoposto che in gara manifesta tutti i suoi problemi tali da vanificare dei risultati strabilianti in qualifica.

E tutto questo, alla fine, rende la Ferrari sempre meno credibile anche nei luoghi dove si decidono i destini della F1, laddove le qualità di un personaggio come Mattia Binotto dorrebbero essere valorizzate e invece il tutto viene vanificato dagli errori di vario genere commessi dalla Scuderia, che quindi ha meno forza contrattuale per esercitare le proprie rivendicazioni.

La storia da sola non basta e la crisi di risultati ha fatto il resto. Forse, però, un bagno di umiltà a inizio stagione era necessario… Per la serie: i pifferi vennero dalla montagna per suonare e furono suonati.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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