F1 – Stefano Domenicali potrebbe riportare il Gran Premio di Germania nel mondiale. Ma questo avverrà, forse, grazie a un calendario “a rotazione” che avrebbe già intenzione di introdurre a partire dal 2023. A suo dire, un modo per ampliare il mercato della categoria regina delle formula.
Il Gran Premio di Germania potrebbe presto tornare in calendario. Secondo le ultime indiscrezioni, riportate da Motorsport-Total.com, vi sarebbe l’intenzione da parte del CEO della F1, Stefano Domenicali, di riportare il circuito tedesco nel mondiale. Probabilmente, ciò dovuto anche al possibile ingresso di Audi e Porsche che potrebbe avvenire nel 2026, anno dell’entrata in vigore del regolamento concernente le nuove power unit.
Senza alcun dubbio, i tracciati candidati ad ospitare nuovamente la categoria regina delle formula in terra tedesca sono Hockenheim e il Nurburgring, quest’ultimo rientrato nel calendario del campionato 2020. Il progetto sarebbe quello di introdurre un calendario a rotazione a partire già dal 2023. Ciò all’unico scopo di permettere a più circuiti di essere presenti in F1 in maniera alterna di anno in anno, come dovrebbe già accadere, per l’appunto, per il tracciato tedesco e Spa, sede dello storico Gran Premio del Belgio. Decisamente uno dei più amati dagli appassionati di F1.
Secondo Stefano Domenicali, l’intenzione sarebbe quella di espandere il mercato quanto più possibile. Dal momento che un numero considerevole di gare in un anno non può essere possibile, si pensa a questo nuovo sistema. Il progetto cerca di integrare l’innovazione con la tradizione, considerata solamente un punto di partenza.
Non escludiamo la possibilità di considerare alcune sedi a rotazione, perché così potremmo servire più mercati. Tradizione non significa che ci siano garanzie. La tradizione è la base su cui vogliamo costruire un futuro migliore. Ci sono anche regioni dell’estremo oriente in cui vogliamo investire, il potenziale di crescita è ancora enorme.
Se da una parte si dice che l’Europa continuerà ad ospitare un numero considerevole di gare, d’altra parte si comprende che con l’ingresso di nuovi tracciati (si pensa anche al continente africano, in particolare al Sudafrica) sarà quasi impossibile dare al vecchio continente lo stesso spazio che ha avuto negli scorsi settant’anni. Sarà davvero la soluzione giusta per la massima categoria del motorsport a ruote scoperte?