F1 | Las Vegas fa fuori Monaco

Las Vegas fa fuori Monaco. Anche Zak Brown si unisce al coro degli addetti ai lavori preoccupati per la possibile esclusione di Monaco dalla F1.
di Federico Caruso | @fclittlebastard

Giovedì scorso c’è stato l’annuncio del GP di Las Vegas che entrerà a far parte del calendario della F1 a partire dal 2023. Liberty Media lo ha annunciato ufficialmente, ed è il terzo GP che si disputerà negli USA.

L’euforia iniziale si è però spenta quando molti, soprattutto addetti ai lavori si sono preoccupati, che l’entrata in calendario di Las Vegas potrebbe significare l’esclusione di uno degli attuali GP in programma in F1. Precisamente di uno di quelli che vengono disputati in Europa. Come ne abbiamo già parlato qui su F1Sport.it, a rischio sembrano esserci il GP di Francia, di Belgio e Monaco.

Tra le voci autorevoli degli addetti ai lavori, dubbiosi dell’esclusione di GP storici dal calendario di F1, si è unito anche Zak Brown, attuale team principal della McLaren.

Zak Brown ha rilasciato un’intervista a Reuters dichiarandosi fiducioso che l’evento a Las Vegas sarà un successo. Ma al tempo stesso ha dichiarato che col tempo Monaco potrebbe essere scalzata dall’arrivo del nuovo GP negli USA. Proprio sul GP di Monaco ha detto:

zak brown

“Monaco ha sempre rappresentato la parte più glamour della Formula 1. Penso che Miami, Singapore, Las Vegas stiano iniziando ad aggiungere alcuni mercati piuttosto affascinanti. Penso che Monaco debba raggiungere gli stessi termini commerciali degli altri GP e forse debba anche lavorare con i modi in cui possono adattare la propria pista perché man mano che le nostre macchine sono diventate più grandi, le corse sono diventate più difficili. Devi prendere in considerazione la storia, ma poi penso che devi prendere in considerazione come è lo spettacolo che mette in scena. C’è anche un elemento, che non dovrebbe guidare le nostre decisioni ma dovrebbe essere parte delle nostre decisioni, di qual è il contributo economico allo sport. Preferirei di gran lunga Monaco piuttosto che no, ma proprio come lo sport è più grande di qualsiasi pilota o squadra, penso che sia più grande di qualsiasi GP.”

Ovviamente Zak Brown è fiducioso che il GP di Las Vegas sia un successo: “Sembra molto appropriato e dietro ci sono tutte le persone giuste”. Anche alla domanda, su cosa pensasse che si corra il GP il sabato, Brown ha risposto: “Vogliamo rispettare la storia di questo sport ma non ci sono molti sport che non sono cambiati negli ultimi tempi per adattarsi a un mondo che cambia. Penso che la gara del sabato sera a Las Vegas è la cosa più ovvia da fare. Penso che sia quasi il programma perfetto da un punto di vista americano.”

Zak Brown inoltre ha rilasciato una sua considerazione sulle parole dette da Domenicali negli ultimi giorni, secondo cui il calendario di F1 potrebbe allargarsi fino ai 30 GP in una stagione.

“Se potessi agitare una bacchetta magica mi piacerebbe vedere qualcosa come 21 o 22 gare. Diciassette o 18 come circuiti permanenti e sette o otto che ruotano perché penso che più continuiamo a far crescere lo sport in più mercati di qualità e meglio è. Mi piacerebbe vederci essere in 30 mercati ma gareggiare 21 o 22 volte l’anno. Penso che ci siano mercati A e mercati B in cui gareggiamo, forse nei mercati B (dovremmo gareggiare) ogni due anni.”

Una delle cose che colpisce di più nelle parole di Zak Brown è la considerazione sull’aspetto delle dimensioni delle auto. Ed è una domanda che prima o poi si dovranno fare in molti. Ha senso correre su piste progettate e sviluppate più di 50 anni fa, per auto completamente diverse, sia per prestazioni che dimensioni, da quelle di oggi? È uno spunto senz’altro molto interessante su cui molti addetti ai lavori si troveranno negli anni a dover affrontare. Ma vogliamo davvero rendere uno sport storico come la F1, un mero show che sotto la scusa dello spettacolo si china solamente ai miglior offerenti? La deriva che la F1 sta prendendo negli ultimi anni sta allontanando completamente i principi e la magia di uno sport, dal piano della realtà.

gp monaco
Lo sport non ha solo il compito di fare spettacolo, come pensano gli americani, ma anche di trasmettere valori. Ma non con proclami, ma con fatti.
Mantenere la storicità di uno sport, e saper adattarne la tecnica applicata alle monoposto e alla struttura della F1, probabilmente prenderebbe una direzione diversa che pompare all’inverosimile la parola “show”.
Abbiamo perso sicuramente quello che è il significato di sport.
C’è anche da dire però, che dovremmo fare tutti un mea culpa su quello che sta accadendo. Se effettivamente non ci piace la direzione che la F1 sta prendendo, ripensiamo alle cose che abbiamo detto negli ultimi anni. Per anni e anni si è sempre manifestato che la F1 fosse noiosa. E la noia sembrava l’unico vero problema della F1.
Ora che Las Vegas fa fuori Monaco tutti a preoccuparsi.

La F1 è in mano agli americani, e la stanno trasformando sempre più in uno show. Solo adesso stiamo capendo cosa vuol dire vendere l’anima ai soldi.

Federico Caruso
Federico Caruso
Nato a Roma sotto il segno dei motori turbo V6 nel 1984. Sono sempre alla ricerca di qualcosa che mi sappia emozionare come Ayrton Senna. Scrivo con passione per amore della F1.

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