Anche in Australia Hamilton sta soffrendo, dietro al compagno Russell nelle libere. Il ritmo gara però non è male. L’inglese se non può lottare per il titolo però può e deve poter lasciare il segno.
Hamilton demoralizzato? Può essere come ci ha detto nell’ultima puntata di Pit Talk, Andrea Montermini. E’ uno scenario plausibile ma dal 7-volte campione del mondo è giusto aspettarsi di più.
E’ sempre stato detto che in Formula 1 senza la macchina il pilota può far poco. Vero, anche il concetto contrario però ha il suo peso. Senza una Mercedes competitiva Hamilton si sta trovando per la prima volta in carriera in grande difficoltà. Demoralizzato? Può essere ma deve reagire.
Alla prima gara dell’anno Hamilton ha ottenuto un podio che gli garantisce al momento un bottino di 16 punti di molto superiore al livello attuale della sua Mercedes.
Personalmente non credo ancora ad un Hamilton demoralizzato ma vedo un pilota sorpreso dalla così incredibile mancanza di competitività della W13. E’ evidente che sta cercando soluzioni estreme, anche molto diverse da quelle scelte da Russell, per cercare di trovare qualcosa scegliendo soluzioni diverse dal compagno.
A Jeddah il risultato è stato molto deludente e l’immediato dopo gara per Hamilton è stato inedito. L’inglese è uscito distrutto dalla sua monoposto, stanco e deluso. Decisamente ha trasmesso un’immagine più umana di sé rispetto al computer che abitualmente conosciamo.
Il punto è che se è vero che la Mercedes è lontana dal competere per il titolo è altrettanto vero che Hamilton ha una grande occasione che non va sprecata.
Evitare di demoralizzarsi e provare a fare la differenza con il mezzo a diposizione. Iniziando a non stare dietro a Russell. La storia spezza una lancia a favore di Lewis, molti campioni sono stati in grado di lasciare una grande zampata di orgoglio anche con macchine deficitarie.
Pensiamo a Schumacher (già due volte iridato) che nel 1996 portò alla vittoria una Ferrari che tutto era meno che una stella del circus. Ricordo Senna che nel 1993 poco potè fare con la McLaren Ford ma regalò alla storia il primo giro di Donington. Ricordo Hill, iridato 1996, che con la sua Arrows sfiorò la vittoria in Ungheria nel 1997.
Solo tre esempi di campioni che hanno portato le vetture ben oltre i propri limiti. Se quest’anno Mercedes dovesse rimanere nella mediocrità, fare la differenza, sarà il principale obiettivo di Lewis. Sette titoli vanno motivati, questa per me è una grande occasione.
“Still I Rise” dice suo tatuaggio riportato anche sul casco, l’inglese certamente saprà rialzarsi ancora.