Michael Masi è stato allontanato dalla direzione dei Gran premi e verrà destinato ad altro incarico. Ma Toto Wolff nell’analizzare a mesi di distanza la situazione rincara la dose, puntando il dito contro l’australiano non solo per la gara di Abu Dhabi.
Il team principal della Mercedes ha fatto capire che la Federazione avrebbe dovuto accorgersi da prima di Abu Dhabi che Masi stava prendendo delle decisioni strane, basti pensare all’assegnazione dei punti nel corso della gara non disputata a Spa, solo per fare un esempio.
Wolff ha anche riferito di non voler più parlare con Masi che probabilmente a suo dire si starà rammaricando per la gestione della stagione scorsa e punta il dito sulla struttura della direzione gara. Non solo ma, come è stato riportato dalla stampa, il ruolo di Jonathan Wheatley è stato determinante. Queste le parole di Wolff:
“Jonathan Wheatley ha fatto il suo lavoro. Ha trasformato Michael Masi, non solo ad Abu Dhabi ma prima e probabilmente Max gli deve molto. Non gli ho parlato e non voglio parlargli mai più. Le sue decisioni erano sbagliate e sono sicuro che se ne rammarica. La FIA avrebbe dovuto vedere molto prima che c’era un problema. C’era un problema con la struttura. C’era un problema di personalità. È come una partita di calcio che vede vincere una squadra 1-0 e all’improvviso l’arbitro dice: ‘Ora c’è golden goal. 0-0, vince chi segna il prossimo goal‘”.
Il team principal austriaco della Mercedes dunque accusa Masi di non aver mantenuto un atteggiamento neutrale, ma anzi di essersi fatto chiaramente influenzare dall’esterno, alias la Red Bull, puntando il dito su Jonathan Wheatley, che per Wolff è il vero artefice della vittoria iridata di Verstappen.
A fare da contraltare a Wolff ci ha pensato Helmut Marko, secondo cui la rimozione di Masi, a suo dire ingiusta, è stata fatta apposta per accontentare Hamilton. Marko si lascia andare a una dichiarazione a difesa dell’operato di Masi:
“Bisogna guardare le sue prestazioni negli anni. E poi se Masi avesse avuto a disposizione gli strumenti utilizzati adesso, come il Var, sarebbe stato più facile per lui decidere”.
Marko, però, confonde due piani, quello della direzione della gara e quello delle decisioni; se da un lato Masi viene accusato di non aver mantenuto neutralità nella gestione della gara, il riferimento agli strumenti a disposizione di chi è chiamato a decidere poco c’entra con Masi, visto che i provvedimenti disciplinari vengono emessi dagli steward, i quali hanno a disposizione un numero rilevante di strumenti per la valutazione, comprese le telemetrie.
Quindi, l’allontanamento di Masi non è avvenuto per caso e anche la serie di episodi nel corso di questa stagione fa ritenere che quanto accaduto ad Abu Dhabi sia stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che il comportamento del direttore di gara abbia condizionato tutto l’andamento del Mondiale. Che poi questo abbia portato a delle reciproche recriminazioni, come nel caso di Silverstone, è fuori di dubbio, ma qui si entra anche nel piano del metro di giudizio degli steward. A pesare, infatti, è stata anche la decisione di attribuire il punteggio dimezzato a Spa, in una gara che non si è disputata perchè neutralizzata dalla Safety Car.
Nel caso di Spa e Abu Dhabi, invece, sono state le decisioni sulle procedure di gara a fare la differenza e questo ha inevitabilmente portato a un risultato finale che, probabilmente, avrebbe potuto essere diverso e che dunque ha condizionato proprio la sua permanenza al comando della Direzione gara. Un errore per certi versi imperdonabile che ha portato la Federazione a rimuoverlo dall’incarico, su cui la conversazione con Wheatley si è rivelata determinante.