F1 | Salvate il soldato Mazepin, quando la politica vince sullo sport

Nikita Mazepin esce allo scoperto e rivela di fatto quello che già si sapeva: si tratta di una situazione della quale lui stesso non ha più il controllo, nemmeno sul fronte delle dichiarazioni. Ormai il peso degli addetti stampa e dei manager ha preso chiaramente il sopravvento e il pilota russo è costretto solo ad attendere quello che succederà.

Queste le parole di Mazepin sul proprio profilo Twitter:

 “A tutti i miei tifosi e coloro che mi seguono e seguono la F1, è un momento difficile nel quale non ho il controllo di quello che viene detto o scritto. Ho deciso di concentrarmi sull’unica cosa che posso fare e controllare, ovvero lavorare sodo e dare del mio meglio per il team Haas. I miei più sinceri ringraziamenti per la comprensione e il supporto”. 

Un messaggio al quale si aggiunge l’ultima novità: la richiesta della Federazione ucraina di escludere i piloti russi dal coorrere all’esterno della Ruussia e, dunque, impedire a Mazepin di partecipare al Mondiale.

Le richieste della Federazione ucraina alla FIA in dettaglio sono:

  • vietare l’uso dei simboli di stato dei paesi aggressori della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia durante le competizioni sotto l’egida della FIA;
  • vietare lo svolgimento di competizioni FIA autorizzate sul territorio della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia;
  • vietare le competizioni autorizzate dalla RAF nei territori occupati dell’Ucraina;
  • escludere dalla FIA tutti i membri della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia;
  • escludere dalle commissioni FIA tutte le persone che rappresentano organizzazioni della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia;
  • vietare ai titolari di tutte le licenze rilasciate dalla RAF e BAF di partecipare a competizioni al di fuori della Federazione Russa e della Repubblica di Bielorussia

Un attacco a tutto campo, teso a isolare la Russia dalle competizioni internazionali a seguito dello scontro con l’Ucraina, con la conseguenza che Mazepin rischia seriamente il sedile per decisione politica e senza possibilità di difendersi. Ancora una conferma di uno scenario che si sta rivelando alquanto singolare, con le decisioni sui contratti dei piloti che non vengono più prese dai singoli team ma da esterni e per motivi che non hanno alcuna attinenza con lo sport.

Di più: oltre al grave danno che questa decisione provocherà alla Haas soprattutto in termini economici, il team americano sarà costretto ad applicare una decisione proveniente da piani superiori senza avere diritto di replica. Una situazione, si ripete, singolare e che alla base non ha nulla di sportivo, ma solo politico.

E di certo si tratta di problemi che non possono essere risolti con delle azioni simboliche come la cacciata di Mazepin, anche perchè ancora una volta la figuraccia del mondo sportivo finisce per essere certificata da azioni che non risolvono nulla.

Cristian Buttazzoni
Cristian Buttazzoni
"Life is about passions. Thank you for sharing mine". (M. Schumacher) Una frase, una scelta di vita. Tutto simboleggiato da un numero, il 27 (rosso, ma non solo)

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