F1 | Ferrari, ora non dimenticare il purgatorio 20-21

La Ferrari sembra davvero risorta in Bahrain. Il motore di Maranello ha fatto volare non solo le rosse ma anche i suoi clienti, dimostrando di essere di tutt’altra pasta rispetto al passato. 

 

di Francesco Svelto |

 

Il lavoro svolto dalla Ferrari ieri in Bahrain è stato pregevole. Gli uomini in Rosso hanno massimizzato un potenziale enorme dato da una vettura nata bene, concettualmente non estrema ma forse estremamente sincera e disponibile ad “ascoltare” i cambiamenti richiesti dai piloti. 

Una vettura leale, maneggevole, confortevole insomma. Un quasi miracolo (sportivo, s’intende) che si era intravisto già dalla sessione in Bahrain (inteso come test pre-stagionali). A diverse persone la Ferrari ha fatto storcere un po’ il naso quando è stata presentata. Esteticamente bellissima, un combinazione di colori accattivante e dei particolari davvero interessanti. Ma quegli ingombri… specialmente sulle pance laterali…

Sembrava un progetto estremamente diverso da Mercedes (e Williams) per esempio, che in quella zona hanno scavato l’impossibile e ridotto al minimo gli ingombri. Cosi come anche Red Bull. A confronto di quei progetti estremi la Ferrari sembrava concettualmente indietro. Ma il risultato in pista ha dato tutt’altro esito.

Chissà: forse Ferrari sta già sfruttando appieno – o quasi – il potenziale del suo progetto, aspetto in cui gli altri fanno forse ancora difficoltà. E’ una ipotesi. Ma per il momento ci si gode un auto in grado di vincere (e in che modo!) dopo cosi tanta astinenza.

L’astinenza, già. Perché se si pensasse solo a festeggiare, oggi, forse si peccherebbe di memoria corta. E’ cominciato tutto nel migliore dei modi, è vero, ma perché tutta questa sofferenza negli ultimi due anni? Siamo davvero convinti che si potesse passare da due progetti quasi fallimentari a una macchina in grado di vincere in questi termini cosi netti?

Partiamo dal fatto che è quasi tutto frutto del SuperFast, quella power-unit “speciale” che Maranello ha partorito. O forse no, non l’ha partorita in questo periodo. Forse l’ha sempre avuta, chissà. Ma che per qualche motivo (leggasi famosissimo “accordo segreto Ferrari-FIA”) non ha potuto usare appieno nel biennio precedente.

E’ solo una ipotesi, sia chiaro, ma i segnali che il telaio Ferrari non fosse cosi male li avevamo avuti, specialmente l’anno scorso. E i segnali che la power-unit fosse davvero deficitaria sotto molti aspetti anche, vedasi anche prestazioni degli altri clienti Ferrari. E proprio su queste prestazioni che la nostra ipotesi (tra l’altro avallata anche da Donnini di recente in trasmissione) si fonda, da quelle performance cosi positive viste ieri non solo dalle macchine di Maranello ma anche da Haas e Alfa Romeo Sauber.

E allora oggi l‘Italia dei motori festeggia e fa bene. Ma perché, nel turbine dell’esultanza, non pensare (con rammarico) anche ai perché di due anni di purgatorio e soprattutto a CHI ha permesso che quello scempio avvenisse?

Si è parlato tanto delle stranezze sulla power-unit 2019, di talpe, di ritorni di spy-story e scandali simili. Ricorderete Verstappen che lanciava bordate ed accuse pesantissime alla Ferrari, di Peter Windosor dall’Inghilterra, Mika Salo, di Cavicchi, e di tanti altri (leggasi qui e qui) che hanno parlato di un unico, grande argomento che aveva un solo comun denominatore: il motore. Dal canto suo la FIA non ha mai potuto dare prove di nulla a riguardo ma quel famoso accordo segreto Ferrari-FIA di inizio 2020 (poi andato un po’ in sordina per via del coronavirus) qualcosa ha portato.

 

 

Ma per arrivare a quel caos che ha fatto sprofondare Ferrari nelle peggiori annate degli ultimi 40 anni, qualcosa è stato fatto e qualcuno (o più di qualcuno) sarà stato il responsabile. Senza andare a pensare ai nomi, alle aree di interesse (tecniche o manageriali), null’altro. Solo che nel mentre degli entusiasmi varrebbe la pena guardare un attimino anche indietro, analizzare con dovuta razionalità e distacco una situazione imbarazzante che forse, oggi, può sembrare lontana secoli ma che praticamente si è conclusa appena qualche giorno fa. Evitare di dimenticare, insomma, come viatico per evitare gli errori in futuro. Ma ora… 

… bentornata Ferrari ! 

 

Francesco Svelto