F1 | Haas costretta allo scambio Mazepin-Fittipaldi?

Fittipaldi Haas F1

Il tormentone Mazepin non ha fine. Guenther Steiner è stato costretto a saltare ieri la conferenza stampa per i problemi legati alla guerra tra Russia e Ucraina, ma si è lasciato scappare delle dichiarazioni sul futuro della Haas in caso di uscita di scena del pilota russo.

Se Mazepin lascia, la Haas è pronta a sostituirlo con Pietro Fittipaldi, terzo pilota del team americano su cui Steiner ripone la massima fiducia.

Ma il problema è che le dichiarazioni del team principal della Haas fanno trasparire una realtà ben diversa da quella che sembrava fuoriuscita negli ultimi giorni:

Se Nikita non potrà guidare, per un motivo o per l’altro, la prima chiamata andrà a Pietro. Ovviamente è con noi da qualche anno. E poi vedremo cosa faremo dopo. Pietro è sempre con noi per questo motivo. Negli ultimi anni avevamo bisogno di un pilota di riserva con il Covid in giro. Conosce la squadra, conosce l’auto. Non c’è nessuno meglio di Pietro in questo momento”.

Le parole di Steiner sembrano chiarissime: il futuro di Mazepin non dipende dalla Haas e il team americano sarebbe ben felice di mantenere il rapporto con il pilota russo.

Dunque, la questione Haas rende ancora più evidente il grave problema che la F1 sta affrontando nel corso di questi anni, con una crisi di credibilità che ormai è sotto gli occhi di tutti.

Prima è stato fatto cancellare lo sponsor Ural Kali, che sta garantendo la sopravvivenza della Haas in F1 e ora si sta esercitando pressioni politiche per togliere il sedile a Mazepin.

Di fatto si sta decretando la morte di un team voluto a tutti i costi in F1 soprattutto da Liberty Media (la Haas, appunto, a causa del possibile ritiro dello sponsor di proprietà del padre di Mazepin) per scopi politici, e tutto questo in nome della politica.

Bernie Ecclestone veniva accusato di andare a disputare gare in luoghi che a dire della stampa politicamente corretta non meritavano la F1 (Cina, Turchia, Bahrain giusto per fare degli esempi, dimenticando che si tratta di un Campionato del mondo) ma non si sarebbe mai sognato di andare a telefonare al proprietario di un team (del calibro di Gene Haas, poi…) per allontanare un pilota scomodo per ragioni che con lo sport non hanno nulla a che fare.

E se nonostante tutte le polemiche che si sono susseguite negli anni il governo del Supremo in F1 è durato quasi 40 anni, il motivo è che la sua autorevolezza era sotto gli occhi di tutti, anche a costo di prendere decisioni scomode. Invece, per essere politicamente corretti, ora si mette in discussione il futuro stesso della Haas, una scuderia con una storia sportiva riconosciuta a livello mondiale.

Un rischio che la F1 non può permettersi di prendere, anche perchè quasi sicuramente la reazione di Gene Haas non si farà attendere. E saranno dolori per tutti.