F1 | Che prezzo ha la “bellezza” di Jeddah?

Un commento a caldo a valle della “bellezza” dell’ultima corsa iridata in Arabia Saudita, luogo da cui i due pretendenti al mondiale vanno via a pari punti con una gara sola al termine.

 

| a cura di Andrea Cavallo

Bellissimo il GP di Jeddah, penultima prova del calendario 2021. Un gran premio ricco di colpi di scena, come raramente si erano visti. Safety car, virtual safety car a ripetizione, ripartenza, sorpassi, incidenti, con il campionato che ora arriva all’ultimo appuntamento con i due pretendenti appaiati a 369,5 punti in classifica generale.


Si, tutto assolutamente eccitante… ma a quale prezzo?


Si perché questo Gran Premio, e la penalità inflitta a Verstappen, sono frutto di regole poco chiare e non applicate o, caso più unico che raro, applicate ad-person am. A partire dal direttore di gara, che è sembrato un principiante alle prime armi.


Ma non è un principiante. Michael Masi è semplicemente schiacciato dall’enorme potere che la scuderia tedesca, in questi anni di dominio totale, ha esercitato, avendo in cambio tanti favoritismi.


E al primo anno, dopo otto consecutivi, in cui c’è una scuderia, quella dei “bibitari”, che non dimostra senso di inferiorità e ha una macchina all’altezza, la direzione non sa gestire questa situazione, e va totalmente in bambola.


Il direttore di gara si è trovato a gestire, in una gara decisiva per il risultato finale del campionato, due realtà assai diverse.

 

Da una parte la scuderia unica vincitrice nell’era dell’ibrido, che ha umiliato tutti, ha inanellato record su record, con quel Lewis, talento puro, detentore del primato di numero di pole, e di vittorie assolute e ad un passo dal diventare recordman di campionati piloti.

Dall’altra una scuderia monopolista dell’era degli scarichi soffiati, che nell’era ibrida pagava potenza e affidabilità, colpa di quei giapponesi alati che tanto avevano vinto in passato, ma che ora con le power unit faticavano ad essere potenti e duraturi per un intero campionato, e vista la crisi, avevano deciso di lasciare il circuito, da sconfitti ma con la dignità che contraddistingue il Sol Levante, ma che incredibilmente, questo si un colpo di scena vero, finalmente si trovano a lottare per l’iride piloti e anche per quello costruttori.


In mezzo c’è il fato, anzi il Masi, che non sa da che parte andare.


“Sarebbe bello che vincesse lo sport” questo deve avere pensato, per una frazione infinitesima di tempo, il buon Masi, e per una ancora più piccola frazione infinitesima deve aver voluto lasciarli correre liberamente, per vedere chi sarebbe arrivato primo in pista., e godersi anche lui lo spettacolo.

Ma le sue orecchie sentono una vocina,  quella di Totone che gli sussurra:

“Non vorrai mica dimenticarti di noi vero?”


E quindi fa quello che può, poco e in modo arraffato, confuso e agitato. E ne scaturisce una gara ingarbugliata, corretta dal suo scorrere naturale, ingiusta, che ai più sarà sembrata una delle più belle gare degli ultimi 10 anni ma che qualcuno – sensibile nel vedere oltre alle apparenze – valuta come il giusto risultato di un mondiale di F1 che è ormai il giocattolo delle grandi case automobilistiche che gli partecipano e degli interesse milionari della FIA & co.

Allora quale è il prezzo per tutto questo spettacolo?

Altissimo per i veri appassionati dello sport automobilistico!!!