Ben Sulayem è da poco stato eletto alla presidenza FIA ma ha già le idee chiare sul da farsi per il futuro. Le nuove azioni passeranno per una federazione rafforzata nei suoi elementi.
Dopo ben dodici anni e tre mandati, il regno di Jean Todt come uomo di massima rappresentanza FIA è terminato. Un ruolo di assoluto prestigio, non solo una figura istituzionale ma anche e soprattutto una parte attiva e determinante all’interno delle ente legilslatore dei massimi campionati automobilistici del pianeta, tra cui – ovviamente – la F1.
Al francese, ex rally con Peugeot e F1 con Ferrari, è succeduto l’ex rallista Mohammad Ben Sulayem. 60 anni degli Emirati Arabi nonché vincitore dodici volte del Rally di Giordania, Sulayem rappresenta il nuovo corso della FIA e ha sconfitto, nella gara alla presidenza, Graham Stoker, di linea politica e di pensiero molto vicina a quella uscente.
Sulayem ha vinto nettamente la gara non solo per i molteplici che indubbiamente ci sono stati dalla varie federazioni nazionali. Scriviamo “indubbiamente” perché è fuori discussione che un rappresentante di quella geografia, che attualmente gode di ben quattro eventi iridati in F1 e di cui ognuno di essi versa ogni anno molte decine di milioni di dollari al circo della F1, potesse essere certamente benvoluto dal collegio dei votanti.
Ma Sulayem non è soltanto un risultato favorevole di una votazione e di un trend politico ed economico. Sulayem rappresenta una ventata di aria fresca nei corridoi di Place de La Concorde a Parigi, una serie di idee e proposte che, almeno a quanto si percepisce dai suoi intenti, potranno fare scopa con la crisi attuale (di immagine ma non solo) che la F1 sta masticando in giro per il mondo. E che certamente non è stata aiutata dai fatti dell’ultimo Gran Premio di Abu Dhabi (e dagli strascichi che ancora si notano).
Per Sulayem c’è necessità di prendere in mano nuovamente le redini della competizione:
“Dobbiamo avere una squadra più forte in FIA, questo è ciò di cui necessita la F1. Dobbiamo essere in grado di guidare la F1! Dobbiamo lavorare con la Liberty Media, con gli organizzatori degli eventi, con i team e anche con i piloti. Intanto Stefano Domenicali sta facendo un ottimo lavoro!”.
Le parole di Sulayem non sono solo quelle di un presidente neoeletto. Rappresentano, invece, un monito di una persona consapevole che la F1 sarà in grado nel prossimo futuro di attirare a se intere giovani generazioni grazie alle nuove tecnologie media. Ed allo stesso tempo è consapevole che, come lui stesso ha dichiarato, i fatti dell’ultimo evento del 2021 non dovranno più ripetersi. Per l’integrità e la credibilità dello sport.