Il GP degli USA sancisce una vittoria chiara e netta di Verstappen che con la sua Red Bull Honda si piazza davanti ad Hamilton. La Ferrari, lontanissima dai primi, vince la sfida contro McLaren. Il terzo posto costruttori è possibile
In un mondiale tiratissimo, ricco di tanti colpi di scena e sin a qui equilibrato, il GP degli USA farà storia per essere “quel punto in cui” l’ago della bilancia ha cominciato a prendere una direzione ben più precisa.
Quello del Texas è storicamente sempre stato un circuito favorevole ad Hamilton e se volgiamo ancor di più alla Mercedes. La vittoria di Verstappen si pone quindi come una vera e propria pietra miliare della corsa ad un titolo iridato che vede per la prima volta la Red Bull Honda davvero favorita.
Mancano ancora cinque gare alla fine, il distacco tra i due è di soli 12 punti, l’affidabilità è sempre un rischio che può in qualsiasi momento capovolgere il risultato ma ieri si è visto qualcosa di nuovo.
La Red Bull ha difeso la propria leadership con una strategia volta ad evitare l’undercut di Hamilton. Hanno anticipato di molto la seconda sosta illudendo Mercedes di poter chiudere il gap. Questa è stata la mazzata strategica che ha affondato Mercedes ma soprattutto s’è vista la oramai completa maturazione di Verstappen.
Freddo e perfetto, lucido sull’interagire in radio con la squadra, Max ha atteso l’arrivo della Mercedes negli ultimi tre giri per iniziare a ridare ritmo sfruttando quel poco di gomma che nel suo lungo stint aveva saputo risparmiare. Applausi.
Hamilton nel dopo gara sembra avere accusato il colpo, raramente lo si è visto così mogio per un secondo posto. Era evidentemente provato, forse più nello spirito che nel fisico. I prossimi due GP potrebbero essere favorevoli a Red Bull, ecco perché la gara di ieri in ottica mondiale assume la massima rilevanza.
Dietro a loro, staccato di un bel po’, Perez. Il messicano è stato un ottimo scudiero che ha tenuto finché ha potuto mollando nel finale anche a causa del fatto che ha corso senza potersi idratare. Dietro a lui Leclerc.
Per la Ferrari guardando all’annata la gara non è stata negativa. Leclerc quarto e Sainz settimo (con ala leggermente danneggiata) portano a casa punti importanti che riaprono il discorso in classifica costruttori. Ora la distanza da McLaren è di solo tre punti, la “Mission” non è impossibile. Il terzo posto, inteso come obiettivo minimo, va centrato.
Invece è chiaro e netto che, dalle posizioni di vertice, la Ferrari è ancora lontana anni luce. Ieri nel finale si è sentito dire che la rossa lottava per il podio, la realtà e ben diversa. C’è tanto da lavorare.