Ospite a Pit Talk il giudice di gara di F1 Emanuele Pirro. L’ex pilota italiano ci ha parlato di come saranno le monoposto 2022 rispetto a quelle attuali.
Nell’ultima puntata di Pit Talk sono stati tanti i temi in vista della Turchia. Ai nostri microfoni l’ex pilota automobilistico Emanuele Pirro, commenta quelle che saranno le prestazioni e gli effetti della guida delle nuove monoposto nella prossima stagione.
“Sarà un’altra macchina ma la guida non sarà tanto diversa. Quando l’effetto suolo nacque nel 79 venivano usate quelle minigonne per sigillare la macchina a terra. Una volta abolite, invece di continuare ad usare il profilo alare rovesciato hanno pensato bene di dire che il fondo delle macchine doveva essere piatto. Si tratta di una mortificazione dell’aerodonamica, per me la macchina da corsa deve essere quanto più bassa possibile, non mi piace l’effetto rake.”
Sappiamo quanto l’aerodinamica sia importante nella F1 moderna. Specialmente l’importanza delle due ali e del fondo che sono determinanti per garantire un flusso d’aria tale da rendere la monoposto competitiva. Pirro non apprezza l’effetto rake. La Red Bull è stata la più grande esponente in questi anni, con il lavoro di Newey. Infatti in questa stagione, il nuovo regolamento ha favorito proprio la scuderia austriaca, con un concetto estremizzato di assetto rake grazie ad una monoposto molto puntata sull’anteriore. Pirro critica l’aspetto per cui una monoposto con un assetto rake estremo, risulta piuttosto alta nella parte posteriore e quindi non incollata all’asfalto.
“In un qulache modo l’aria che passa sotto produce deportanza, ma la maggior parte viene prodotta dagli alettoni che “schiaffeggiano” l’aria e lasciano tante turbolenze dietro. Ciò rende difficilissimo per la macchina che segue stare a contatto, perdendo oltre il 40% a cinque auto di distanza. Il DRS nasce per ovviare a questo. Far recuperare (in teoria) quello che uno perde in percorrenza curva stando attaccata alla macchina che segue. Il tubo venturi prossimo invece va a comprire l’aria, la fa accelerare, è come se “accarezza” l’aria e lascia una scia molto meno turbolenta per far stare più vicino la macchina che segue. Questo dovrebbe facilitare i duelli.”
Spiegazione tecnica impeccabile di Pirro che ci fa capire quanto il DRS ad oggi sia fondamentale. Infatti è molto frequente vedere GP in cui i sorpassi avvengono grazie al DRS, senza il quale la monoposto che insegue non si avvicinerebbe neanche a quella davanti. Dalla prossima stagione avremo il tubo venturi. Quest’ultimo dovrebbe far vedere una F1 più equilibrata, più avvincente. Il dubbio, seguendo i regolamenti, rimane. Le Power Unit sono congelate ed è difficile che un cambio aerodinamico regolamentare, anche se drastico, adempi ad una grande carenza di cavalli tra una scuderia e l’altra.
Sarà l’effetto suolo il grande ago della bilancia per la F1 del 2022?