F1 | Pirro: “Il commissario decide ciò che si può fare e non fare in pista”

I commissari di gara sono delle figure imprescindibili all’interno del mondo della F1. Oltre ad avere il compito di far rispettare il regolamento, devono anche mettere in primo piano la sicurezza dei piloti in pista. Non sempre è semplice valutare un incidente o un episodio che può essere ambiguo. Fortunatamente però ci sono diversi strumenti che facilitano quest’importante mansione. A tal proposito, nella puntata numero 280 di PitTalk, è intervenuto Emanuele Pirro. 

Emanuele Pirro, ex pilota automobilistico di F1 e attualmente commissario FIA, è intervenuto a PitTalk. Ha spiegato come avviene il controllo degli episodi dubbi che accadono in pista. Le “sale di controllo” sono dotate di molte tecnologie che possono facilitare le decisioni da prendere:

“Noi abbiamo strumenti molto completi. Abbiamo tutto ciò che si vede da casa più diverse altre immagini, un tecnico che le propone con ralenti, accesso alle telemetrie, alle radio. Per chiarezza i commissari sportivi sono i giudici e il direttore di gara è il poliziotto. Perciò il poliziotto denuncia il fatto e il commissario sportivo deve  giudicare in base a ciò che è scritto nel regolamento e ciò che è stato fatto in passato. C’è uno storico e noi abbiamo anche un database facilmente accessibile di tutti i vari episodi per cercare di essere in linea con le decisioni passate”. 

Avere a disposizione un database (tecnologia relativamente recente) grazie al quale si possono confrontare i diversi avvenimenti, è molto utile. È infatti fondamentale applicare in modo corretto il regolamento:

“I commissari sportivi sono sempre esistiti come i commissari tecnici. Il commissario sportivo è l’autorità suprema nel weekend di gara. È colui che ha la suprema autorità per imporre il rispetto dei regolamenti e penalizzare chi non li rispetta. Ci sono da sempre, ma l’uomo si è fatto sempre più furbo, sia team che piloti. Le gare si giocano sempre di più sul filo dei decimi di secondo perciò diciamo che le corse sono diventate sempre più sicure.

Per questo si è sentito il bisogno crescente di qualcuno che dicesse: “Questo va bene, questo non va bene”. Per due motivi: per giustizia sportiva, perchè chi vince deve vincere ad armi pari e per la sicurezza. Queste cose prima non si facevano ed era più pericoloso, solo che non ci si pensava. Ora invece già dalla prima curva si tenta di chiudere l’avversario. Perciò, anche per quelli che sono a casa, è giusto che ci sia qualcuno che dica: “Questo si può fare e questo non si può fare!”.

Nonostante le monoposto in pista siano costantemente controllate, a volte non è così semplice valutare gli episodi:

“La direzione gara ha sotto gli occhi tutto quanto ed è difficile che un episodio ti sfugga. Se capita c’è il reporter che ci dà le varie indicazioni.  Qualche volta è più semplice mentre altre è più difficile. Si tenta di fare le cose più velocemente possibile per dare la possibilità a chi è penalizzato di rifarsi e a chi è a casa di sapere l’esito velocemente.

Da un po’ di tempo viene scritto “noted”. Quando si mette sotto investigazione un pilota si apre ufficialmente una pratica con tutti i documenti da scrivere, ed è necessario interrogare le persone ed è un processo lungo. “Noted” si usa quando si vuole far capire agli spettatori che ci si è accorti di un qualche episodio che però non è necessariamente da mettere sotto investigazione. “L’abbiamo visto ma non è necessario investigarlo ufficialmente”.

Nella F1, i commissari sono essenziali perchè non solo fanno sì che le regole vengano rispettate ma riescono anche rimanere lucidi in situazioni complicate.