Il tema sicurezza l’ha fatta da padrone in Belgio. Ma l’assegnazione dei punti per una gara non corsa ha destato scandalo a livello globale. La F1 è chiamata a rivedere alcuni regolamenti, tra questi forse quello del parco chiuso. Il parere di Stirano.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Il mondo della F1 approccia Zandvoort, Olanda, dopo aver passato uno dei più brutti periodi della sua storia. Nulla di estremamente grave è successo, per fortuna, ma la credibilità del circus è stata duramente colpita dopo i fatti di Spa, quando per la gara più corta della storia – appena poco più di tre minuti, tra l’altro tutti dietro una safety-car (quindi a zero km percorsi in competizione vera), si siano assegnati dei punti.
Uno scandalo che, ci sentiamo di poter dire, davvero non è piaciuto a nessuno. Nessuno.
E’ ovvio quindi che i dibattiti abbiano trovato naturale convergenza verso quello che la F1 potrebbe fare per migliorare se stessa, al fine di non ripetere più situazioni oscene come quella di domenica scorsa.
A Pit Talk, Giorgio Stirano ha ribadito come la F1 abbia perso i fondamentali:
Alla base di tutto c’è lo spettacolo e c’è un rapporto tra chi lo spettacolo lo fa e chi lo riceve, gli spettatori. Tutti, sia i “poveri” spettatori belgi, sia noi che eravamo li a cercare di capire dal divano, non abbiamo fruito dello spettacolo! Bisognerebbe capire quali sono gli elementi che si ritiene di considerare “caratteristici” di questo business.
Capisco che c’è la forza maggiore (di correre, n.d.r.) ma in passato non ci siamo mai posti il problema e ne abbiamo visto di tutti i colori. Noi stiamo vedendo una deriva che non si capisce. Sulla base del contenimento dei costi uno deve andare con l’assetto con cui si è qualificato? A me sembra una cavolata perché non è che se si cambia assetto per forza si spende di più. Anzi, il tema sicurezza ne trarrebbe beneficio perché ci si adatterebbe alle condizioni del momento, specie in caso di pioggia. Invece il regolamento attuale non depone in favore della sicurezza. E il discorso vale anche in caso di incidente!
E poi un riferimento ad una tragedia del passato, quando a Suzuka, nel 2014, Jules Bianchi fu vittima dell’incidente che si rivelò poi fatale. Anche all’epoca vigeva la regola del parco chiuso, anche allora le auto si trovarono ad affrontare un diluvio con assetti e settaggi da asciutto. E per Stirano, in quel caso, la Marussia si comportò in modo “inusuale”, forse proprio a causa di ciò:
Ricordiamo gli episodi di Bianchi, è successa una cosa stranissima. Come tutti sappiamo una vettura quando va fuori pista va per la tangente in quanto vi è una caduta di aderenza drammatica e la forza centrifuga mette la macchina in quella precisa direzione. La macchina di Jules Bianchi ebbe una traiettoria invece perpendicolare alla tangente, una cosa incredibile. Lui uscì lateralmente in un punto dove mai ci sarebbe potuto arrivare! Quindi c’è qualche elemento in quella vicenda che ancora non mi torna!
Per completezza di informazione vi riportiamo due articoli riguardanti l’episodio, il primo relativo ad una nostra analisi dei fatti (che confermano quanto detto dall’ing. Stirano) e il secondo riguardante un sunto del dossier FIA sul medesimo episodio:
- https://www.f1sport.it/2014/10/f1-lincidente-jules-bianchi-unaltra-angolazione/
- https://www.f1sport.it/2014/10/f1-versione-ufficiale-fia-sullincidente-bianchi/
Francesco Svelto