Zanarini: la F1 di Ecclestone e quella di Domenicali

Ospite di Pit Talk, puntata 273, Enrico Zanarini manager di Eddie Irvine e Giancarlo Fisichella ma anche di Antonio Fuoco e Antonio Giovinazzi. Quali sono le differenze tra la F1 di Ecclestone e quella di Domenicali? Ecco la sua opinione.

 

Enrico Zanarini ha vissuto l’epoca di Bernie Ecclestone  dal momento che tra i suoi assistiti si annoverano grandi nomi come Giancarlo Fisichella ed Eddie Irvine (per il passato), Antonio Fuoco e Antonio Giovinazzi (per il presente). Fisichella, una gran carriera tra il debutto in Jordan e gli anni d’oro di Renault al fianco di Alonso. Irvine, al fianco di Schumacher, sfiorò un titolo iridato in quella che stava per divenire la Ferrari più forte di tutti i tempi.

Era l’epoca di Ecclestone, dove il  vecchio Bernie, aveva certamente anche voce in capitolo per definire contratti e sedili per rendere la sua creatura il più avvincente possibile. Ma oggi cosa è cambiato? Dal passaggio a Liberty Media alla gestione Stefano Domenicali com’è la F1 odierna?

“In generale i tempi sono cambiati. Bernie Ecclestone era un po’ dittatore e Domenicali è un po’ più democratico. Con la democrazia si fa sempre un pò più fatica a lavorare perché i grandi capi pensano un po’ troppo agli investimenti personali e quindi c’è un po’ più di lavoro da fare, quello che sta facendo Domenicali.”

D’altra parte Ecclestone è stato una figura storica della F1. Da team manager a gestore del campionato Ecclestone poteva anche permettersi di essere come dice Zanarini un po’ dittatore” in quanto fu proprio Ecclestone a fare ricchi tutti in F1 con l’arrivo degli sponsor in anni in cui era l’endurance, a differenze di oggi, il campionato di riferimento.

Sono due grandi condottieri. Uno curava anche i suoi interessi, era il patron, mentre Domenicali è un dirigente. Di altissimo livello ma è un dirigente. Ecclestone pensava a mettersi i soldini in tasca, Domenicali cura gli intererssi della categoria.”

Sarà il prossimo futuro a svelarci l’operato di Domenicali. La F1 è attesa da una rivoluzione epocale a partire dalla prossima stagione. La proprietà americana tende e tenderà a spettacolizzare gli eventi secondo un gusto a stelle e strisce che già oggi intravediamo tra sprint race e numerosissime SC. Sarà proprio Domenicali, di cultura motoristica europea, il compito di innovare e allo stesso modo non stravolgere una categoria che ha degli schemi precisi. Quasi un culto laico. Su tutto la pole position, cosa sacra, simbolo di velocità e prestazione. Essenza pura della F1. Non certo da attribuire attraverso la sprint race.