Verstappen trionfa nuovamente in Austria, come previsto, e finalmente si rivede il suo esercito colorare il Red Bull Ring. Mercedes annientata, Ferrari rincorre con affanno.
E’ andata come doveva. Red Bull voleva massimizzare il doppio appuntamento casalingo e così è stato grazie ad un super Max Verstappen che in sette giorni ha vinto entrambi i GP. La prova di ieri è stata impressionante. Pole al sabato, non è stato nemmeno un giro perfetto, vittoria e giro veloce alla domenica.
Nulla in questo momento sembra poterlo fermare inoltre, Lewis Hamilton accusa il colpo. Ieri non è riuscito nemmeno a salire sul podio. La sua Mercedes W12 F1 ha perso competitività, lui su un cordolo ha anche rovinato qualcosa nel fondo e la squadra ha ordinato uno scambio di posizione con Bottas. Un evento.
Ora i punti di distacco tra i due sono 32, più di un GP. Inizia ad essere fuga e se tra 15 giorni a Silverstone la Mercedes non fosse in grado di reagire è molto probabile che il titolo mondiale possa cambiare padrone. Ieri è tornato il pubblico, un esercito Orange figlio del tifo per il leader del mondiale del campionato di F1.
Va sottolineato perché sono anni che questo pilota è capace di far colorare gli autodromi. Una volta erano rossi ora arancioni. La questione cromatica è un paradigma di ciò che avviene in pista. C’è meno rosso sugli spalti ( si è un po’ una provocazione perché Ferrari conta sempre milioni di fan) perché c’è meno rossa sulle piste. Sono anni difficili.
Ieri la strategia ha premiato la Ferrari capace di risalire sino al 5° e l’8° posto. Il minimo sindacale. Parliamo di una squadra che sacrifica la qualifica per fare il meno peggio in gara. Ieri è arrivata dietro ad entrambe le McLaren che almeno per quanto riguarda Norris sono ben più competitive.
Bene Sainz, più disordinato Leclerc. E’ un tema che prima o poi si dovrà affrontare. Leclerc è stato penalizzato da un doppio duro confronto con Perez. Nel secondo round però più riflessività non avrebbe guastato. Intanto adesso tra i due c’è una distanza di soli due punti.
Il voto più basso in pagella lo merita la direzione gara. Già correre due volte sulla stessa pista non è il massimo, in più il metro di giudizio è parso ridicolo. Le gomme più morbide rispetto a sette giorni fa hanno regalato una gara più viva di suspence e duelli mortificati dal, chiamiamolo così “arbitraggio”.
La penalità data a Norris per il non contatto con Perez è stata vergognosa. Se un pilota vuole provare a passare all’esterno c’è il serio rischio che trovi la sabbia, poteva mollare e stare in scia, Norris non ha sbagliato nulla.
Allo stesso modo il contatto di gara tra Perez e Leclerc come il successivo loro privato duello sono episodi di corsa che non meritano di essere sanzionati in quanto mortificano l’intenzione di battagliare. E’ una direzione di cara che così non piace così come l’inutile safety-car al primo giro.
C’è da lavorare.