F1 | Donnini: “DNA Ferrari non permette di accontentarsi!”

Questa settimana ai microfoni di Pit Talk Mario Donnini ci parla del DNA Ferrari, e, di quanto queste prestazioni non siano pane per i denti della scuderia di Maranello che è molto lontana dai suoi standard.

La Ferrari protagonista di una buona gara in rimonta con Leclerc in Austria, cancella parzialmente il pessimo risultato di Le Castellet. A Pit Talk con l’ospite Mario Donnini, discutiamo di quanto fatto dal Leclerc e dalla Ferrari, da due anni ormai abituata a degli standard troppo bassi.

“Gara interessante per la lotta, la gara di CL è stata carina per i sorpassi e per il movimento in pista. La storia e il DNA da 74 anni a questa parte ci dicono che non si lotta per la sesta e settima posizioni, quindi c’è sicuramente qualcosa di rettificabile, non possiamo essere appagati da questi risultati.”

Il concetto marcato da Donnini è sempre quello. Non si può parlare di “buona gara” se una scuderia come la Ferrari è relegata a lottare per il sesto o quinto posto. C’è ovviamente qualcosa di base che non funziona, anche alla luce delle prestazioni del 2020. Sembra che gli standard in casa Ferrari si siano ridimensionati, a discapito di aspettative alte, come si era abituati di solito nel corso dei campionati di F1.

“Anche se nell’ultimo stint di gara giravano con RB e Mercedes, resta da capire perché l’hanno fatto quando non serviva più. Capiremo come mai la prossima settimana, visto che ci si ricorre tra pochi giorni. Definire Leclerc il migliore della gara di ieri? Il fatto è che dall’ultima volta che ha avuto una macchina competitiva ha la sindrome di Alesi. Sta soffrendo una Ferrari che non è all’altezza della Ferrari.”

Donnini si rifà al GP di Stiria, un Leclerc protagonista di una rimonta per cui il gioco non vale la candela. Questa Ferrari non è all’altezza di Leclerc, oltre che non essere all’altezza del nome che la scuderia di Maranello porta. Sicuramente le doti del pilota sono indiscusse, nonostante debba ancora crescere, ma non può, per ogni weekend spremere al limite del possibile la monoposto.

Deve fare ogni volta l’impossibile e quindi l’80% delle volte fa una cavolata perché non è certo Gilles Villeneuve – e anche lui faceva gli errori. Poi con la Ferrari come fai fai, sbagli. In quella situazione lì, quando Ferrari non è in grado di di vincere, Ferrari resta Ferrari e il pilota si brucia. Se aveva colpa lui? Si, chi è dietro ha sempre colpa. Ma è pur vero che con queste F1 appena sfiori succede un casino. Un 1 mm che gli si è rivoltato contro.”

Ormai è frequente parlare di errori del monegasco, a partire dal GP di Monaco e anche scavando nelle scorse stagioni. Sicuramente CL deve migliorare, deve acquisire esperienza, limare il suo comportamento in pista sotto questo aspetto. Si tratta in ogni caso di un pilota che non si accontenta e si è visto nel corso del GP di Stiria. Giustificare il pilota è ammissibile, ma non sempre, fatto sta che non è normale che un pilota debba spingere la macchina oltre le sue possibilità ogni singolo weekend.

“Io valorizzo il fatto che ha rimontato e girato forte, ma ci ho visto del cuore per come si è comportato ed è arrivato ad un passo da Sainz. Diventa interessante che nelle ultime tre gare lo spagnolo gli è arrivato davanti. Se continua cosi diventeranno un po’ meno amici.”

Curioso il paragone con Carlos Sainz, che nonostante tutto si sta comportando bene a bordo di questa SF21, sicuramente ancora altalenante in gara, ma molto costante in qualifica, quando la monoposto glielo permette. Questo non sminuisce la rimonta di Leclerc, ma sicuramente avere un pilota costante e calcolatore come Sainz, non può che far bene alla Ferrari.

Un avvertimento, forse, per il monegasco, che deve stare attento e forse iniziare a guardarsi le spalle, da un Sainz, che, tutto sommato non ha nulla da perdere in pista.