La Sprint Race è stata ufficializzata nella giornata di ieri per tre eventi in calendario. Il nuovo format si svolgerà nei weekend di Silverstone e Monza, ed in un GP extra europeo. Ma se da un lato il nuovo format può essere un motivo di interesse per la F1, dall’altro c’è il rischio di snaturare troppo il concetto di F1 stessa. Liberty e (la FIA) hanno fatto la scelta giusta?
Mancava solamente l’ufficialità, arrivata nella giornata di ieri. La Sprint Race è realtà. O meglio, le qualifiche sprint del sabato. Il nuovo format del weekend verrà utilizzato in 3 GP: Silverstone, Monza ed un GP extra europeo. Il fine settimana con la Sprint Race andrà a cambiare totalmente lo svolgimento della corsa. Naturalmente è stato enorme l’entusiasmo da chi ha voluto tutto ciò, ovvero Liberty Media e la FIA.
Il weekend inizierà con un’ora di prove libere il venerdì, per poi proseguire nel pomeriggio con le qualifiche che andranno a delineare la griglia di partenza della corsa del sabato.
Poi sabato mattina ci sarà un’ora di prove libere, e nel pomeriggio scatterà la corsa breve della durata di 100 km. Il fine settimana di F1 si concluderà la domenica con il classico GP, come da tradizione.
Partendo dagli spunti interessanti, si evince che nella corsa breve del sabato verranno assegnati dei punti iridati ai primi 3 classificati (3 al primo, 2 al secondo, 1 al terzo). Questo sulla carta dovrebbe rendere la corsa del sabato più “stimolante” per i piloti, dato che su ben 23 gare i punti conquistati nelle Sprint Race potrebbero tornar utili per l’assegnazione del mondiale.
Ed in un mondiale così lungo, in F1 anche un singolo punto può fare la differenza. Soprattutto se vi è una lotta molto equilibrata in pista tra i due contendenti al titolo. Per la cronaca i due rispondono al nome di Max Verstappen e Lewis Hamilton. Ma al tempo stesso, la corsa del sabato è un rischio per l’affidabilità delle vetture, poichè tra rotture ed incidenti c’è la possibilità di rovinare il proseguo del weekend. Nonchè di compromettere il risultato finale del GP vero e proprio.
Il fatto di aver scelto due circuiti come Silverstone e Monza, indica la volontà da parte di Liberty nel voler gare si corte, ma con tanta azione e tanti sorpassi in pista.
Di certo una Sprint Race (o se preferite Sprint Qualifying) non si potrebbe mai fare in piste come Monaco o Budapest, dove sorpassare è quasi impossibile. Poi la riuscita del nuovo format è tutta da verificare. Non è così scontata la riuscita dell’evento.
E’ chiaro che Liberty sta tentando diverse carte per ridare appetibilità alla F1, importando soluzioni sportive già presenti in campionati d’oltreoceano come la Nascar o l’Indycar. Un po’ come già avviene in F2 per fare un esempio più “europeo”. Tuttavia si corre il rischio di snaturare troppo la F1, nel tentativo di renderla più coinvolgente per appassionati e per gli addetti ai lavori.
In oltre 70 anni di storia non c’è mai stato un cambiamento sportivo così evidente ed epocale. Da un lato Liberty sta cercando di attrarre le nuove generazioni, ma dall’altro c’è la consapevolezza di poter perdere quel pubblico legato alla tradizione che contraddistingue la F1? Liberty è disposta a pagare eventuali conseguenze?
La F1 non ha bisogno di stravolgimenti, ma necessita di tornare al passato, quando questo sport sapeva far emozionare. E non poco!
Poi per far adeguare la F1 ai tempi moderni, si è passati dai test in pista ai simulatori. Dalla libertà tecnica di progettazione a standardizzazione dei componenti. Per poi passare da ricerca e sviluppo, a budget cap.
Insomma, tutte cose che non centrano nulla con il concetto di F1. Ora arriva questa Sprint Race. Dove porterà? Presto per dirlo, ma la sensazione è quella che la F1 sta diventando sempre meno F1…
Alberto Murador