F1 | Sabbatini, Ferrari: “La presenza di Binotto non è part-time”

F1 Binotto

Il mondiale è ormai alle porte ed è inevitabile fare pronostici sul podio di questa domenica in Bahrain e sulla possibile vittoria finale. Alberto Sabbatini è intervenuto a PitTalk, ed ha parlato del ruolo di Mattia Binotto in questo campionato di F1, che, a suo dire, non è part-time, e della situazione in casa Ferrari. 

 

 

E’ ufficialmente iniziato il countdown per la prima gara del campionato del 2021 che si svolgerà in Bahrain il prossimo 28 marzo. Ci si interroga già inevitabilmente su quella che sarà la lotta mondiale (semmai ci sarà), i possibili vincitori e su chi potrà essere il team rivelazione dell’anno.

Ma dato che soli tre giorni di test non possono ritenersi sufficienti, ci si limita a fare pronostici su quella che sarà la prima classifica della stagione.

La Ferrari affronterà il campionato di F1 con una presenza “part-time” di Binotto in pista. Infatti, il team principal del Cavallino non siederà al muretto in tutte e ventitré le gare del mondiale, ma in altri momenti resterà a Maranello per lavorare sul progetto della vettura del prossimo anno.

A tal proposito, abbiamo chiesto ad Alberto Sabbatini, ospite a Pit Talk, la sua visione in merito a questa situazione che inizialmente aveva lasciato diversi interrogativi:

La presenza di Binotto non è part-time, perché lui ha detto che alle prime gare sarà sempre presente. Lui non andrà alle gare dell’ultima parte di stagione, cioè quelle da settembre in poi, perché c’è da impostare il lavoro della squadra in chiave 2022. Il lavoro non è neanche tanto quello tecnico, quanto quello amministrativo e gestionale.

Questo è l’anno in cui debutta il budget cup, ovvero il limite allo stesso di 145 milioni di dollari e chi sgarra paga, viene penalizzato. Il capo della squadra, che è anche un po’ il responsabile finanziario, perché è quello che sta dietro agli accordi commerciali ed economici, deve riorganizzare la situazione della squadra entro fine anno e pianificare quella del prossimo anno. Però per i primi sei-sette mesi Binotto sarà in pista.

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Binotto assomma un po’ due ruoli: quello di team principal e quello di direttore tecnico.

Formalmente non lo è, però siccome in Ferrari non c’è un direttore tecnico (e lui è un tecnico) è chiaro che ha ricondotto a se stesso le decisioni finali.

Lui, da una parte, dovrebbe essere sul campo di gara a organizzare il lavoro del team, dall’altra dovrebbe essere in fabbrica a tirar le fila del lavoro degli ingegneri riuniti per sviluppare la macchina dell’anno dopo. E qui è il problema della Ferrari: forse la figura di capo assomma troppe responsabilità per un uomo solo.

Oltre al ruolo di Mattia Binotto in questo mondiale di F1, l’ex-direttore di Autosprint ha fatto riferimento anche alle parole di Pierre Gasly, riguardanti le condizioni della Ferrari. Che stia davvero giocando a nascondino oppure si sta facendo solo tanto rumore per nulla?

Ognuno può avere il suo punto di vista. Gasly il secondo giorno si è ritrovato a fare una simulazione di Gran Premio contemporaneamente a Leclerc, nel primo pomeriggio. Tra l’altro, era anche un pochino più veloce come passo di gara. Forse in quell’occasione lui ha visto qualcosa della Ferrari che non corrispondeva allo stato di forma che poi si è capito. Magari, forse, in quella situazione ha avuto l’impressione che Leclerc rallentasse in certe situazioni, alzasse il piede in certi frangenti, oppure non compiesse una simulazione perfetta. Questo lo può sapere solo Gasly, per cui se ha detto questo, magari ha avuto questa impressione.

La Ferrari fino alle due del pomeriggio dell’ultimo giorno di test la vedevo molto, molto indietro, perché faceva difficoltà nelle simulazioni di gara.

Leclerc degradava le gomme molto in fretta, anche sul giro veloce non ha fatto un tempo eccezionale.

Invece, quando è toccato a Sainz, che magari doveva trovare più confidenza con la macchina e quindi cercare un po’ di più il limite, la Ferrari è progredita registrando tempi migliori e anche sul passo gara della domenica mattina è stato eccellente.

Quindi, il vero dubbio è: la competitività della Ferrari la dà il test di Leclerc nei primi due giorni, dove lui era abbastanza indietro, o la dà quello di Sainz dell’ultimo giorno che è stato nettamente più veloce e più brillante di quanto ha fatto il compagno? Lo sapremo solo alla prima gara! Secondo me la Ferrari si difenderà benino: vuol dire lottare a ridosso della zona podio.

Quale sarà la risposta a questo quesito? Lo scopriremo solamente domenica a fine gara. Toccherà al Cavallino rispondere in pista per confermare o smentire le sensazioni di esperti e appassionati.