F1 | Anteprima Ferrari GP del Bahrain

A poco più di tre mesi dai due Gran Premi disputati sull’isola del Golfo Persico nella scorsa stagione e ad una settimana dall’unica sessione di test invernali, la Formula 1 torna in Bahrain per dare il via al campionato 2021, un’annata che prevede ben 23 gare e si concluderà a metà dicembre ad Abu Dhabi. Grazie ai test, tutti i team hanno molti dati utili per la messa a punto delle rispettive monoposto e la Scuderia Ferrari Mission Winnow, che parte dai 403 giri completati dalla SF21, è pronta a verificare sul campo la bontà del lavoro svolto durante l’inverno nel quale la vettura dell’anno scorso – per regolamento la base delle monoposto 2021 – è stata migliorata in tutte le aree, nei limiti di quanto permesso dal regolamento.

Il circuito. La pista di Sakhir si sviluppa su 5.412 metri che domenica saranno da percorrere per 57 volte. Famoso per i lunghi rettilinei e le frenate molto impegnative, il tracciato vede le due staccate più difficili alle curve 1 e 14. Sono previste tre zone per l’utilizzo dell’ala mobile (DRS): una sul rettilineo del traguardo, una tra la curva 3 e la 4 e la terza nel tratto compreso fra le curve 10 e 11. Sarà, come sempre, una gara in notturna, anche se il tracciato sarà illuminato da un potente impianto che non farà rimpiangere la luce del sole. Come al solito, man mano che la notte scenderà sul Bahrain, si assisterà a un progressivo calo delle temperature, tipico fenomeno delle zone desertiche.

Novità. In casa Ferrari la novità più rilevante è rappresentata dalla nuova line-up di piloti, la più giovane dal 1968 a questa parte: al confermato Charles Leclerc si affiancherà infatti Carlos Sainz – 118 Gran Premi all’attivo con due podi e un giro più veloce – per un’età media che domenica sarà di 25 anni e tre giorni. Un’altra variazione rispetto al passato, che riguarda tutte le squadre, è la lunghezza delle due sessioni di prove libere del venerdì che scendono da 90 a 60 minuti. La prima è in programma alle 14.30 locali (12.30 CET), la seconda alle 18 (16 CET). La giornata del sabato resta invariata, con le ultime libere alle 15 (13 CET) e le qualifiche alle 18 (16 CET). La domenica il via della corsa non sarà più alle 18.10 come negli ultimi anni, ma alle 18 (che saranno le 17 CET per via del cambio d’ora previsto in Europa).

Sei vittorie. La Scuderia Ferrari ha vinto in sei occasioni in Bahrain: il primo successo è arrivato nell’edizione inaugurale grazie a Michael Schumacher, nel 2004, mentre nel 2007 e 2008 a trionfare è stato Felipe Massa. Nel 2010 si è corsa l’unica edizione del GP sulla pista Endurance, lunga 6.299 metri: a vincerla fu Fernando Alonso al suo esordio in rosso. Nel 2017 e 2018 la Ferrari ha vinto con Sebastian Vettel, mentre nel 2019 Sakhir ha visto lo sbocciare definitivo di Charles Leclerc che, dopo avere ottenuto la pole position, condusse la corsa fino a pochi giri dal termine quando, a causa di un problema di affidabilità, dovette accontentarsi del terzo posto, il suo primo podio in Formula 1.

GP del Bahrain: numeri e curiosità 

2. I precedenti in cui il Mondiale di Formula 1 è partito dal Bahrain. La prima volta fu nel 2006, quando Fernando Alonso con la Renault vinse precedendo la Ferrari di Michael Schumacher. La seconda fu nel 2010 e a trionfare fu la Scuderia Ferrari sempre con il pilota spagnolo, che in quell’occasione era all’esordio con il team di Maranello.

3. I Gran Premi ospitati in Bahrain in appena 119 giorni. A causa della pandemia, infatti, lo scorso anno la gara mediorientale venne spostata a fine stagione. Inoltre si decise di disputare due corse al Bahrain International Circuit: il Gran Premio del Bahrain il 29 novembre e, la settimana successiva, il GP di Sakhir, sull’Outer Track da appena 3,543 metri con tempo sul giro sotto il minuto. Quest’anno la gara ha ripreso la sua tradizionale collocazione a inizio campionato.

6. Le differenti configurazioni del Bahrain International Circuit. Il più usato è il Grand Prix Track, da 5.412 metri, impiegato tradizionalmente dalla Formula 1. Ci sono poi l’Endurance Track, da 6.299 metri, usato dalla Formula 1 nel 2010; l’Outer Track da 3.543, usato dalla Formula 1 per il Gran Premio di Sakhir del 2020; il Paddock Track da 3.705 metri; l’Inner Track da 2.550 metri e il Test Oval da 2.500 metri.

25 anni e 3 giorni. L’età media della line-up di piloti Ferrari che prenderà il via domenica. Quella formata da Charles Leclerc e Carlos Sainz è la seconda coppia di titolari più giovane della storia della Scuderia. Solo al Gran Premio di Spagna del 1968 i due piloti al via – Chris Amon e Jacky Ickx – avevano un’età media più bassa: 24 anni e 32 giorni. Nel GP di Francia del 1967 solo uno dei piloti della Scuderia aveva preso il via, Amon, che allora aveva 23 anni e 347 giorni, mentre nel GP del Sud Africa 1968 insieme ad Amon e Ickx c’era anche Andrea De Adamich che portò l’età media a 24 anni e 206 giorni. Altra giovane coppia non titolare fu quella del GP del Messico del 1967, quando Amon fu affiancato dal britannico Jonathan Williams portando l’età media a 24 anni e 229 giorni. La line-up di titolari con l’età media più alta è invece quella del GP del Belgio 1952 quando la Scuderia Ferrari schierò Alberto Ascari, Giuseppe Farina e Piero Taruffi per un’età media di 41 anni e 288 giorni. A Las Vegas nel 1982, invece, per la Scuderia prese il via il solo Mario Andretti, dato che Patrick Tambay fu costretto a dare forfait per un forte dolore al braccio destro. Lo statunitense all’epoca aveva 42 anni e 210 giorni.

55. Il numero di Carlos Sainz, per la prima volta su una Ferrari. Le vetture del Cavallino Rampante nella storia della Formula 1 hanno gareggiato con 56 numeri diversi, l’1 il più basso; il 119 il più alto, nel Gran Premio di Germania 1952. Il 55 di Carlos sarà dunque il 57° numero a comparire su una Ferrari nel Mondiale. Pochi anche i piloti che lo hanno impiegato prima di Sainz: Troy Ruttman, Bobby Ball, Jerry Hoyt, Al Keller, Eddie Russo, Gene Force e Jim Packhard in sette edizioni della 500 Miglia di Indianapolis; Mario Andretti sulla Parnelli nei Gran Premi di Canada e Stati Uniti 1974 e Jean-Pierre Jarier sulla Lotus nei GP degli Stati Uniti dell’Est e del Canada del 1978.

 

Questa settimana nella storia Ferrari

24/3. Nel 2015 viene completato il Museo dei Motori all’interno del MEF di Modena. La sala espositiva contiene diversi esemplari di propulsori Ferrari, da un monocilindrico sperimentale fino ai V12, V10, V8 e ai motori turbo impiegati in Formula 1.

25/3. Nel 1990 in Brasile Alain Prost conquista la sua prima vittoria con la Scuderia Ferrari alla seconda corsa con il team italiano. Il pilota francese mette sotto pressione il rivale Ayrton Senna fino a che il brasiliano della McLaren commette un errore nel doppiaggio della Tyrrell di Satoru Nakajima finendo per rimetterci l’ala anteriore. Senna deve entrare ai box per sostituire la parte danneggiata e Prost ottiene così un facile trionfo. Il francese con la F1-90 otterrà altre quattro affermazioni riuscendo a giocarsi il titolo con Senna fino alla penultima gara della stagione, il Gran Premio del Giappone a Suzuka.

26/3. Nel 1989 Nigel Mansell e la Scuderia Ferrari scrivono una pagina di storia della Formula 1. Il pilota inglese vince la gara di Jacarepaguà con la F1-89. Si tratta della prima vittoria per una vettura dotata di cambio semiautomatico con leveraggi al volante. Da allora quella tecnologia è diventata molto comune anche nelle vetture stradali e oggi tutte le monoposto sono dotate di questo tipo di dispositivo.

27/3. Nasce a Cavarzere, in provincia di Venezia, Sandro Munari. Il campione del mondo rally 1977 è sempre stato un pilota estremamente versatile, al punto di riuscire a vincere anche delle gare endurance. Uno di questi successi arrivò con la Scuderia Ferrari: nel 1972 Munari vinse infatti la Targa Florio con la 312 P condivisa con Arturo Merzario.

28/3. Nel 1976 a Long Beach la Scuderia Ferrari ottiene la trentesima doppietta della propria storia. A vincere la gara è Clay Regazzoni che precede il compagno Niki Lauda di oltre quaranta secondi. Per lo svizzero si tratta del quarto successo in Formula 1.