F1 | Veloci come il vento ma non come Peterson

 

 

In vista del GP di Sakhir di domenica prossima che si preannuncia a medie altissime, vogliamo proporvi un flashback a quello che ad oggi risulta essere il GP più veloce di tutti i tempi: il GP di Francia 1974, tenutosi a Digione e vinto da Ronnie Peterson su Niki Lauda e Clay Regazzoni.

 

| a cura di Federico Sandoli 

 

Il prossimo gran premio di Sakhir, che si disputerà sull’outer-layout del circuito permanente, sarà annoverato tra gli eventi più veloci di sempre a causa della conformazione del disegno (qualcuno lo chiama un “quasi-ovale”).


A tutt’oggi l’evento più veloce di tutti i tempi è stato il GP di Francia disputatosi sul circuito di Digione nel 1974.


Nelle varie sessioni di quel gran premio, il più veloce fu Niki Lauda che con la sua Ferrari B3 non ebbe difficoltà a girare sotto il minuto, lasciando annichiliti gli avversari e il proprio compagno di squadra.


Una nota curiosa fu la solita telefonata di Mauro Forghieri che, comunicando al Commendatore i dati delle prove, ebbe come risposta, senza nessuna sorpresa, che Lauda era bravo ma era la macchina a permettergli prestazioni eccezionali.


Nelle prove ufficiali l’austriaco girò addirittura sotto i 59 secondi conquistando la sua quinta pole stagionale.


Al suo fianco vi fu Ronnie Peterson che grazie a una Lotus 72 abbondantemente modificata risultò essere l’unico in grado di impensierire l’alfiere in rosso.

 

Alla partenza i due in prima fila si confermarono nelle rispettive posizioni con alle loro spalle Regazzoni. I tre sembravano irraggiungibili. Al decimo giro Peterson, forte della sua classe, decise di rompere gli indugi e attaccò Lauda.


L’austriaco tenne, il motore Ferrari gli permetteva di avere un certo margine sulla Lotus, ma la grinta di Peterson fu tale che dopo aver attaccato la Ferrari incrociò la traiettoria e passò l’austriaco alla curva Fouline.

 

Ronnie Peterson, GP Francia 1974, Digione

Sembrava un duello di altri tempi corso sul filo del minuto. Lauda provava a prendere lo svedese ma, complici un calo dei freni e la sua innata capacità di saper essere un abile calcolatore di risultati intermedi, decise di accontentarsi della piazza d’onore.


Clay Regazzoni, anche lui in crisi con la vettura e forse con le troppe sollecitazioni patite dal suo fisico, riuscì a resistere al ritorno di Scheckter e portò la sua Ferrari numero 11 a un terzo posto quasi insperato.


Il gran premio di domenica prossima quasi sicuramente farà dimenticare i record conquistati a Digione nel 74. L’unico rammarico sarà non vedere una rossa recitare il ruolo di protagonista.

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