Pier Luigi Martini, ex pilota Minardi Formula 1, ha analizzato con noi il delicato momento Ferrari a seguito delle dimissioni di Louis Camilleri.
Ospite della puntata 249 di Pit Talk Pierluigi Martini ex pilota Minardi con all’attivo 118 GP in Formula 1. Con lui abbiamo parlato, tra gli altri temi, della delicata situazione Ferrari.
Un anno difficile, complesso e amaro. Un anno in cui l’ultimo GP è coinciso con l’addio alla Ferrari di Vettel, terzo grande campione a non riuscire a portare il titolo a Maranello dopo Alain Prost e Fernando Alonso ma anche il terzo Ferrarista più vincente di sempre dopo Schumacher e Lauda. (per lui 14 successi).

Almeno negli ultimi 10 anni la Ferrari ha attraversato tre ere dirigenziali, da Montezemolo a Marchionne fino a Camilleri. Tre ere concluse amaramente, che nell’ultima decade non hanno portato a successi iridati. Tengo a precisare che per quanto riguarda Montezemolo, ultimo grande uomo Ferrari, mi riferisco al finale della sua esperienza in Ferrari. A lui e alla sua dirigenza si deve l’errore di aver sottovalutato la potenzialità dell’era turbo ibrida allora agli albori. Certo non dimentico i trionfi degli anni 2000 e la sua straordinaria storia in Ferrari.
Quanto a Martini, riguardo il terremoto in corso in Ferrari, dice :
“E’ bene che sia successo qualcosa. E’ bene che ci sia attenzione sulla dinamicità della squadra. La Ferrari era rassegnata a perdere anche il prossimo anno. Questo non fa parte del DNA Ferrari che deve sempre cercare di vincere. Dando una svolta all’AD –Camilleri n.d.r.– si mettono tutti sull’attenti e si mette più adrenalina a tutti i componenti della squadra, compresi i tecnici.”
Parole che sono ben più che condivisibili da chi ama ed è appassionato dalle vicende di pista e di corsa. Camilleri ha portato risultati eccezionali in Ferrari quanto agli aspetti economici dell’azienda. Rispetto a Montezemolo e Marchionne però rispetto all’aspetto sportivo è sempre parso un pesce fuori dall’acqua.
Se Marchionne coniugava perfettamente l’uomo d’azienda strettamente legato alla pista questo non lo si poteva dire di Camilleri. Questo cambio al vertice della Ferrari si spera riesca a dare alla rossa quella guida anche passionale che alla Ferrari manca.
La Ferrari di un tempo produceva macchine per permettersi di fare le corse. Oggi il mondo è cambiato ma la Ferrari non può permettersi di sottovalutare le corse per vendere le macchine guardando solo ai suoi solidissimi conti.