F1 | 27 rosso, il numero simbolo della leggenda Ferrari

Il Leone porterà al debutto la 640 con la novità assoluta del cambio al volante e la prima gara porta forse alla vittoria più clamorosa della storia, con il Leone che sbaraglia la concorrenza e va a vincere nonostante i pit-stop, i volanti cambiati, i probabili improperi… e regala alla Ferrari un trionfo insperato, che verrà bissato in Ungheria, circuito noto per spaccare i cambi delle vetture. Mansell compie un altro capolavoro: parte in 12. posizione e grazie a una rimonta poderosa e a un incredibile sorpasso su Senna nel finale si porta a casa un’altra incredibile vittoria.

Il Leone, però, oltre che per il suo genio era noto anche per la sua sregolatezza,  come accadrà qualche gara più tardi, come i veri grandi cavalieri del rischio, degni di portare il numero 27. In Portogallo, infatti, Mansell al momento della sosta ai box sbaglia l’ingresso, arriva lungo e corregge la manovra in retromarcia. Risultato: bandiera nera, senza appello. Il Leone, però, rientra in pista, forse ignorando le bandiere nere, e va all’attacco di Senna. Risultato: i due vanno allo scontro e finiscono fuori! Senna butta così al vento il secondo posto dietro a Berger (che ironia della sorte vince la gara), mentre Mansell viene squalificato per la gara successiva, dove l’austriaco coglie anche un secondo posto. Si tratta dell’anteprima della stagione 1990, dove però la Ferrari perderà i numeri 27 e 28 a seguito dello scambio con la McLaren grazie all’arrivo del campione del mondo, il professor Prost.

Il Professore e il Leone si rivelano una coppia particolarmente esplosiva, tanto che arriveranno a ostacolarsi a vicenda (ancora una volta l’Estoril sarà teatro di una delle chiacchieratissime bizzarrie dell’inglese, che priverà Prost della vittoria) e, alla fine, a lasciare il titolo a Senna. La Ferrari si riappropria così dei numeri 27 e 28, mentre  Mansell se ne va verso la Williams e Prost viene affiancato dal connazionale Alesi.

Nulla, però, avrebbe fatto presagire quello che sarebbe accaduto nelle stagioni successive, con la Ferrari che nel 1991 non è in grado di replicare i risultati della stagione precedente. Prost comunque ci mette del suo e già dalla prima gara si mette alle spalle di Senna. Il Professore di certo non ha mai brillato per gesti di esuberanza sportiva, colpi di scena eclatanti, intuizioni geniali, ma è sempre stato il pilota più veloce della sua epoca, almeno in gara, o quantomeno il più concreto. E nemmeno in quella stagione disgraziata Prost si smentisce, riuscendo a collezionare diversi podi, così come farà lo stesso Alesi. Ma le “bizzarrie” del Professore non si manifesteranno in pista, bensì fuori. Prost, infatti, prima scoprirà la trattativa tra Fiorio e Senna che avrebbe portato il brasiliano in Ferrari, poi sul finire di stagione apostrofa senza mezzi termini la 643, definendola un camion. Episodi che alla dirigenza della Ferrari (con l’avvento di Luca Cordero di Montezemolo) non vanno giù e Prost viene licenziato prima della gara di Adelaide. Il numero 27 viene così ceduto a Gianni Morbidelli, che nell’unica gara disputata con la Ferrari arriva ad artigliare un punto.

Da qui, il 27 rosso ha un solo padrone, il pilota che lo porterà più a lungo nella storia ferrarista ed è proprio lo stesso Alesi, che nel 1992 se possibile vivrà un incubo ancora peggiore, con una monoposto veloce ma assolutamente inaffidabile. Jean però ci mette molto del suo e si fa vedere quasi da subito.

A Barcellona, infatti, compie quasi un’impresa, rischiando di vincere la gara in condizioni impervie, sotto un diluvio torrenziale, classificandosi terzo alla fine. In quella stagione disastrosa, Alesi riesce a racimolare un altro terzo posto sul veloce circuito di Montreal e conferma le doti velocistiche della monoposto a Hockenheim, Spa e soprattutto Monza, dove si qualifica in seconda fila e rischia di lottare per il podio se non per la vittoria, fino al mesto ritiro per i cronici problemi al motore.

Una stagione che apre le porte a quanto sta per accadere nel 1993, con la rivoluzione di Montezemolo che inizia a prendere forma.