La situazione vissuta da Sebastian Vettel alle porte della nuova stagione di F1 trova analogie con quella di Sergio Perez in Racing Point. Il punto in comune? Entrambi scaricati con una telefonata.
Uno scenario deludente da vedere in un ambiente come la Formula 1, ma partiamo dall’inizio. Maggio 2020: Sebastian Vettel non rinnova con la Ferrari. Un annuncio quasi inaspettato da parte degli appassionati della Rossa e dai sostenitori del quattro volte campione del mondo.
Secondo le indiscrezioni di Mattia Binotto è stata una decisione presa di comune accordo, in seguito alla proposta avanzata dalla scuderia di Maranello di un contratto di 9 milioni e della durata di un anno Proposta, a quanto pare, poco gradita dal tedesco.
Luglio 2020, vigilia del Gran Premio d’Austria, primo appuntamento del campionato di F1. In conferenza stampa, a una domanda inerente alla trattativa, Vettel ha risposto così:
Non c’è mai stata (la trattativa, n.d.r.), perché non è mai arrivata nessuna offerta sul tavolo, mai abbiamo avuto punti d’incontro né critici. Mi ha sorpreso la chiamata di Mattia (Binotto, n.d.r.) in cui mi ha comunicato che non c’era intenzione di continuare. Ma non è stata una questione di soldi.
Un’affermazione con cui Seb smaschera Binotto e la Ferrari, portando agli occhi di tutti l’atteggiamento poco corretto e professionale da parte di una scuderia che è presente nel Circus da ben settant’anni. Una caduta di stile, direbbero in molti… perché di questo si tratta. Ma soprattutto, una mossa sbagliata nei confronti di un pilota in cui si è riposta tanta fiducia e che a sua volta ha cercato di ripagarla. Avrà commesso i suoi errori, è umano anche lui, ma d’altronde ce ne sono stati parecchi anche da parte della Ferrari, tra vetture e strategie completamente sbagliate.
Un episodio spiacevole che sembra ripetersi a distanza di qualche mese. Settembre 2020: Szafnauer, il team principal di Racing Point ha dichiarato in un’intervista uscita mercoledì scorso che i loro piloti sono stati confermati già due anni fa e che Vettel non è mai stato nei loro progetti. Una porta chiusa per il tedesco, da quello che si può capire. Peccato che la sera stessa Sergio Perez comunica sui suoi social che avrebbe abbandonato il team inglese a fine stagione.
Tengo algo que anunciarles…
¡Gracias por su apoyo todo este tiempo!I have something to announce to you…
Thank you for your support all these years!#NeverGiveUp pic.twitter.com/4qN9U6Cg1L— Sergio Pérez (@SChecoPerez) September 9, 2020
Una situazione strana e contraddittoria se prendiamo in considerazione le parole di Szafnauer che avevano fatto intuire tutt’altro. E che sa anche di beffa dal momento che la mattina successiva Sebastian Vettel viene annunciato come nuovo pilota Aston Martin dal 2021, proprio al posto di Perez. Ma anche qui c’è uno smascheramento, questa volta da parte del messicano: “Mi ha telefonato Lawrence Stroll e mi ha detto che non avrei più guidato per loro. Non sapevo nulla, al di là delle voci che circolavano”. Allora perché costruire certezze che poi crolleranno solo qualche ora dopo?
Anche Perez, come Vettel, “viene lasciato” con una telefonata, senza neanche un confronto. Con la differenza che ora l’#11 della Racing Point è rimasto senza un sedile. Un boccone amaro difficile da mandare giù, è vero, e ci auguriamo che possa trovare quanto prima una vettura per il prossimo anno.
Ci aspettiamo di vedere entrambi i piloti correre ancora a lungo, dei professionisti che sicuramente meritavano un trattamento migliore. Ma in Formula 1, almeno per quello a cui abbiamo assistito tra Ferrari e Racing Point, la serietà è diventata merce rara.