F1 | Un problema di sicurezza da non sottovalutare

Qualcosa non va nella F1 attuale, la continua ricerca dello spettacolo e della prestazione sta facendo passare in secondo piano la sicurezza dei piloti.

 

| a cura di Fabrizio Bianchini

Quanto accaduto nel corso del gran premio di Monza alle due Ferrari, è qualcosa di francamente inspiegabile e inaccettabile. In questa F1 non è semplicemente ammissibile commettere leggerezze in materia di sicurezza e qualcuno dovrebbe avere il coraggio non solo di dirlo, ma di prendere dei provvedimenti.

Se qualcuno pensa che questo sia l’ennesimo e reiterato attacco alla Ferrari, purtroppo rimarrà deluso: quando si parla di sicurezza non esistono team e non esistono tifoserie.

Nel corso del Gran Premio di F1 di Silverstone, gli ultimi giri sono stati una roulette russa con gomme che esplodevano e piloti costretti a rientrare ai box su tre ruote.

Al gran premio di F1 di SPA-Francorschamps, in seguito all’incidente di Antonio Giovinazzi una delle ruote si è staccata e ha causato l’incidente di George Russell.

Non è la prima volta che a Silverstone assistiamo all’esplosione dei pneumatici. Non sarebbe opportuno che qualcuno emanasse una direttiva che desse potere al gommista di decidere il massimo numero di giri che può percorrere un pneumatico in base alla mescola?

Inoltre, le ruote hanno dei cavi di ritenzione che dovrebbero impedire alla ruota di staccarsi in caso di impatto: perché sull’Alfa Romeo il dispositivo di sicurezza non ha funzionato?

 

Nel caso del guasto all’impianto frenante sulla Ferrari di Sebastian Vettel, sulla vettura numero 5 del pilota tedesco si sono verificati problemi già dai primi giri.

Problemi talmente compromettenti da costringere il pilota a rallentare nella speranza che la temperatura dell’impianto frenante tornasse entro un range di valori normali.

Non sarebbe più facile imporre alle squadre il ritiro della monoposto in caso di problemi ai freni?

Cedimenti di questo tipo non ti avvisano. L’esplosione di un disco freno o delle pastiglie è improvvisa e quando un pilota se ne accorge (il pedale va a fondo corsa) è troppo tardi e, a quel punto, è già un passeggero a bordo della sua vettura.

Inconvenienti di questo tipo portano quasi sempre al ritiro, se la monoposto è nel gruppo non c’è speranza che le temperature scendano per via dell’aria calda delle vetture che la precedono. Allo stesso tempo il pilota deve alzare talmente tanto il ritmo da non potersi difendere nelle staccate e non riuscire ad essere incisivo nella guida. Che senso ha quindi continuare?

 

L’incidente di Charles Leclerc ha evidenziato ancora una volta quanto queste monoposto siano in grado di generare grip. Quando il posteriore scivola e riprende aderenza di colpo, l’effetto pendolo che ne deriva è talmente violento che il pilota non solo non ha la minima speranza di controllare la macchina, ma la violenza è tale che la monoposto sembra volare all’esterno come se ci fosse una fionda.

Non commentiamo ulteriormente la scelta degli assetti Ferrari, ma è utile soffermarsi su quanto queste macchine siano performanti in percorrenza di curva. Negli anni passati i piloti migliori riuscivano a mantenere il controllo in certi casi, era comunque complicato ma la possibilità c’era. Nelle F1 attuali una volta perso il controllo diventano proiettili totalmente ingestibili.

Se il botto di Leclerc non è sufficiente, riguardatevi l’incidente di Giovinazzi a SPA, la dinamica è esattamente la stessa: perdita di aderenza, opposite-lock del pilota che cerca di riprendere il controllo della macchina e da lì il pendolo che lo spara dritto nelle barriere.

Il livello di sicurezza di queste vetture di F1 è altissimo, Leclerc se l’è cavata infatti con dei dolori al collo, ma quanto ancora dovremo ringraziare la fortuna per vedere di nuovo tutti i ragazzi in griglia il week end successivo?

Va bene l’Halo, va bene il collare, va bene tutto, ma in presenza di decelerazioni 5G o superiori il rischio di riportare danni è elevatissimo.

Il motorsport è rischioso e lo sappiamo tutti, ma dobbiamo anche tenere a mente che purtroppo il rischio di morire, per quanto sia contenuto, non è a zero.

Con questo tipo di monoposto non è ammissibile girare con problemi ai freni o cavi di ritenzione gomme che non funzionano, pezzi che si staccano o pneumatici consumati al punto che possono esplodere da un momento all’altro.

Sarebbe opportuno che la FIA intervenisse, meglio passare per eccessivamente prudenti prima che dover piangere dopo.