F1 | Schittone: “Marchionne ha disintegrato il reparto corse Ferrari”

Guido Schittone, intervenuto a PitTalk, ha fatto un’analisi del momento nero della Ferrari. Un momento che, però, parte da lontano e le cui cause hanno un nome e un cognome: Sergio Marchionne. L’uomo che ha portato la rivoluzione in casa Fiat ha letteralmente smantellato un ambiente, per cercare di crearne uno nuovo, con risultati tutt’altro che lusinghieri.

Il giornalista, volto noto delle telecronache targate Mediaset, non ha avuto peli sulla lingua nei confronti del manager scomparso recentemente, anche perchè i risultati attuali partono proprio da quella rivoluzione, che ha prodotto più danni che benefici:

” Secondo me parlare di Ferrari è come sparare contro la Croce Rossa. Sono preoccupato, questa stagione rappresenta l’onda lunga della gestione Marchionne. Lui è stato un grandissimo manager per il lato finanziario ma ha disintegrato il reparto corse Ferrari, ha sbagliato i responsabili e ha distrutto la scuola Ferrari che era tra le prime al mondo sulle tecnologie. Ora si ritrovano con Binotto – è lui che ha voluto questa bicicletta e anche lui deve pedalare! – che deve andare alla caccia di tecnici ad destra e a manca. Mi sembra davvero una squadra allo sbando e che sia necessario l’intervento di un uomo forte. E’ un pochettino una situazione ciclica in Ferrari. Dopo i periodi belli iniziano le guerre interne, i cambi di dirigenza. Nel 69 prima della rivoluzione della 312B ci fu il punto più basso della storia di quel periodo. Poi il punto più basso è stato ripreso tra il 92 e 93 quando arrivò Todt e vedendo il casino in cui era la Ferrari, si presero delle persone valide andando avanti secondo un programma preciso. Qua, oggi, siamo a livelli indecorosi e come giornalista io sono shockato. “

Chi è stato incolpevolmente tagliato fuori è stato Luca Cordero di Montezemolo, che dalla sua ha il grande merito di aver riportato la Ferrari sul tetto del mondo, affidandosi alle mani sicure di Jean Todt, uno che aveva vinto nei rally e che era pronto a dimostrare il suo valore anche in pista, e i risultati si sono visti, accrescendo enormemente il peso politico della Scuderia all’interno del Circus.

Montezemolo è stato il più grande presidente della Ferrari della storia, colui che ha creato la Ferrari moderna. Ora ci vuole del tempo, pazienza e tanta umiltà per sistemare le cose. E soprattutto bisogna ritrovare quello spirito Ferrari che si sta perdendo.

 

Una situazione di disorientamento che coinvolge anche e soprattutto il reparto tecnico, che adesso ha la possibilità di partire dal classico foglio bianco in chiave 2022 per cercare l’agognato riscatto:

Poi ora c’è un problema anche di regolamento, ora la macchina non si può ribaltare. Loro hanno capito che la macchina era sbagliata. Da un certo punto di vista lavorare per il 2022 è anche giusto e per lavorare per quello devi iniziare a lavorare ora. L’anno prossimo si potrà leggermente migliorare la situazione.

Schittone parla anche della situazione dei piloti in chiave 2021, che rischia di non agevolare, anzi forse di nuocere, alla crescita di Charles Leclerc, talento purissimo che però deve ancora maturare e, quindi, avrebbe avuto bisogno di una spalla di esperienza.

Quando tu vai a prendere Carlos Sainz ti affidi ad una figura dal profilo non elevatissimo e io non so quanto possa aiutare Leclerc che ha potenziale enorme, ma temo che possa essere lasciato solo nel momento più critico della squadra. Avrebbe bisogno di una guida e non di un compagno che ne sa meno di lui. Io avrei scelto uno come Daniel Ricciardo perché ha una certa esperienza ed è un pilota che può indirizzare il compagno di squadra. Io vedo veramente una Ferrari davvero di basso profilo.

Insomma, una situazione Ferrari che non inneggia all’ottimismo, figlia di una serie di problematiche che si sono venute a creare nel corso di questi ultimi anni, quando i dissidi interni agli ambienti FIAT e la “rivoluzione Marchionne” hanno portato a una massiccia ondata di partenze, tra cui alcune illustri (Montezemolo, Domenicali o Alonso), e hanno generato una situazione dalla quale è difficile ripartire, ma non impossibile. La storia sacrificata sull’altare della finanza e con essa, purtroppo, anche i risultati.