Anteprima storica del GP d’Italia, prossimo appuntamento di questo strano campionato di F1 2020. Per questa occasione vi proponiamo il ricordo dell’edizione 1983.
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| a cura di Federico Sandoli
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Sciolto il dubbio della partecipazione della Ferrari – uno sciopero dei metalmeccanici poneva in serio rischio la partecipazione della regina delle scuderie – la F1 si presenta a Monza pronta ad entusiasmare il folto pubblico accorso a tifare Arnoux e Tambay, ancora in corsa per il mondiale, ma soprattutto candidati alla vittoria sul circuito brianzolo.
Nella prima giornata di prove a svettare sono le Brabham, che in staccata e in accelerazione, oltre al solito rumore rotondo dei motori turbo abbinava uno strano odore d’aglio. Le rosse staccate di cinque decimi sembrano accusare il colpo.
Il tracciato brianzolo favoriva i motori turbo, il primo motore aspirato era quello del campione del mondo Rosberg, che riuscì a piazzare la sua Williams al 16 posto.
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L’odore d’aglio insospettiva non poco i tecnici Agip al seguito della Ferrari, che vedevano la Brabham passare la Ferrari in rettilineo con una sospetta scioltezza.
La conferma ci fu nelle prove ufficiali, dove l’unica emozione arrivò dal motore di Piquet che si ruppe proprio mentre stava per spiccare un tempo record che gli sarebbe valso la pole. Posizione, questa, che non sfuggì al team Brabham in quanto fu Patrese a spiccare il miglior tempo relegando la Ferrari in seconda e terza posizione e la Renault di Prost in terza fila.
Allo scattare del verde Patrese mantenne il comando davanti al compagno Piquet mentre Tambay, ormai in partenza dalla squadra, venne superato da Arnoux che sembrava essere in grado di tenere il passo delle Brabham.
Dopo pochi giri la Brabham di Patrese si deve fermare col motore fuori uso e Piquet comincia a inanellare giri veloci da diventare praticamente irraggiungibile per la Ferrari di Arnoux, che scoraggiato ai box dirà che la Brabham sembrava un razzo nei confronti della sua rossa.
Tambay e Prost, attesi a una prova d’orgoglio sembrano subire le loro macchine e l’ambiente più del dovuto. Prost claudicante per una turbina mal funzionante decise di fermarsi, mentre Tambay condusse un onesta gara senza nessuna emozione sino al quarto posto, al contrario del compagno che sul finire della corsa si ritrovò a combattere con Cheever con l’unica Renault. Addirittura i duellanti riuscirono ad avvicinarsi a Piquet ma, un problema alla quarta marcia sulla macchina francese, e problemi di benzina su quella italiana, consigliarono saggiamente ai due piloti di accontentarsi delle loro posizioni.
Piquet conquistò la sua seconda vittoria davanti alla Ferrari di Arnoux e la Renault di Cheever, ma quello che più conta è che la Brabham rientra in corsa per la conquista del titolo.
Qualche tempo dopo la FIA scoprì che la benzina usata dalla macchina inglese era irregolare ma Ferrari, forte del campionato costruttori appena conquistato, decise di non fare nessun reclamo perché come disse il Drake “… bisogna accontentarsi di vincere senza stravincere”.