F1 | Giovinazzi e la perseveranza diabolica

Tanta sostanza nei primi gran premi, un altro errore marchiano nel gran premio del Belgio, un anno dopo, praticamente nello stesso punto. Antonio Giovinazzi deve voltare pagina, perché così la riconferma per la prossima stagione rischia di diventare una chimera.

Il Gran Premio di Formula 1 di SPA-Francorshamps ha visto Antonio Giovinazzi finire mestamente la sua corsa contro le barriere. Alfa Sauber distrutta, con annesso coinvolgimento di Russell, totalmente incolpevole e centrato da una delle gomme saltate via dalla monoposto dell’italiano. Tutt’altra aria quella che si è respirata dall’altro lato del box, con il veterano Kimi Raikkonen autore di una prestazione decisamente sopra le righe. Alfa Sauber aveva puntato tutto su Giovinazzi quest’anno, anche perché Raikkonen sembra essere alla sua ultima stagione, anche se alcune voci di corridoio parlano di trattative per il rinnovo.

 

La cosa che preoccupa è che Giovinazzi è famoso per combinarla grossa nei momenti topici: lo scorso anno mentre si stava giocando la riconferma proprio sul circuito di SPA, ha perso il controllo della sua monoposto all’ultimo giro, parcheggiandola contro le barriere. La sfuriata del team principal Frédéric Vasseur non si era fatta attendere, dicendo che certi errori quando si corre in Formula 1 su un sedile che scotta, non si dovrebbero mai commettere perché possono rovinare un’intera carriera.

C’è da dire che la situazione del pilota italiano non è mai stata delle migliori quest’anno: il muretto sbaglia troppo, lo si è visto per l’ennesima volta in Ungheria quando una strategia al pit stop poco felice, ha lasciato Giovinazzi fuori per un giro in più su pista che andava asciugandosi a gomme intermedie finite, vedendolo poi uscire con gomme morbide, poco azzeccate per lo stint successivo. Un errore che nella Formula 1 attuale con distacchi risicati a centro gruppo, fa perdere una vita. La C39 non è una monoposto che possa avere delle velleità, il depotenziamento del motore Ferrari si è fatto sentire e, pertanto, i piloti devono sempre metterci del loro per sperare in un week end dignitoso.

 

Domenica La situazione in gara al momento dell’incidente era chiara: Giovinazzi aveva davanti Sebastian Vettel con una Ferrari in piena crisi, voleva andarlo a prendere, avvicinandosi abbastanza per poter avere il vantaggio dell’ala mobile. Ha osato troppo e, nel tratto veloce che porta a Stavelot la C39 si è scomposta su un cordolo preso forse con troppo ottimismo, innescando un pendolo che non gli ha lasciato scampo. Macchina distrutta, tanto rammarico e tanto dispiacere per la squadra e per l’incolpevole Russell.

Sappiamo benissimo tutti che un pilota non ragiona come una persona normale e che è sempre facile guardare le cose seduti sul divano, tuttavia ci sono momenti in cui un pilota deve rendersi conto che il sedile sul quale è seduto è oggetto del desiderio di molti: la Ferrari Driver Academy decide chi corre su una delle due Alfa Romeo e sbattere la macchina non è il miglior biglietto da visita per ottenere una riconferma, specie quando è da inizio stagione che si fanno vedere cose buone, stando sistematicamente davanti al compagno di squadra ed essendo autore di partenze che gli permettono di guadagnare sempre diverse posizioni nei primi giri. Giovinazzi deve imparare ad avere pazienza, probabilmente avrebbe preso Vettel in due giri, la troppa foga invece gli ha fatto finire i sogni di gloria contro le barriere.

La stagione 2020 di Formula 1 è un mondiale particolare, con un numero ridotto di appuntamenti tutti ravvicinati, dove gli zero in classifica sono pesantissimi. Giovinazzi sta facendo una stagione solida, costantemente davanti al compagno di squadra, rischiare di buttare via tutto con episodi in cui dimostra di non essere un pilota maturo, non sono tollerabili. Vanno bene le scuse alla squadra e all’incolpevole Russell, ma dopo un anno ci troviamo di nuovo in Belgio a commentare l’Alfa Romeo numero 99 ridotta ad un mucchio di rottami.

Urge voltare pagina e bisogna farlo alla svelta. In F1 se si vuole del tempo, è meglio comprarsi un orologio. Si vive in un’epoca dove i soldi sono sempre meno e i piloti con la valigia sempre di più, giovani rampanti dalla Formula 2 si fanno sempre più ingombranti e spingono per fare il salto di categoria. Quando la macchina non è competitiva bisogna fare di necessità virtù, perché a fine stagione contano i punti, i discorsi conditi da “se” e “ma” si fanno in fretta e si dimenticano subito. Il treno Ferrari sembra ormai perso con l’ingaggio di Carlos Sainz, pertanto se il pilota italiano vuole essere in griglia nel 2021, non dovrà più sbagliare nulla e riprendere da dove aveva lasciato: prestazioni solide, stando sistematicamente davanti ad un Raikkonen che a SPA ha dimostrato che quando c’è da guidare e la macchina lo asseconda, sa ancora essere della partita.