Il team Ferrari con la storia più gloriosa e longeva della Formula 1 che vive il momento più buio e desolante proprio alla vigilia del suo GP numero 1000. Uno scempio della sua storia, del suo nome, del suo marchio.
“Inutile cercare colpevoli” dicono i soliti perbenisti e partecipanti alle cene natalizie aziendali in val padana, e certo, perché scempi del genere si abbattono casualmente su una squadra che fino a qualche anno fa si batteva quasi alla pari con la Mercedes (2017 – 2018). Quando un’azienda affonda e perde utili – non è il caso della Ferrari che vende sempre più vetture – generalmente qualche testa rotola, ma in Ferrari no. Nel caso di un team di F1 gli utili sono i punti e l’immagine che viene proiettata all’esterno. D’altronde, lo diceva già moltissimi anni fa Enzo Ferrari che i titoli su i giornali, dopo una vittoria in F1, valgono più di qualsiasi campagna pubblicitaria… e le figuracce pure aggiungo io…
Nel circuito di casa (anche se una volta era Imola e non Monza), si viene, non solo battuti dal rivale tedesco ma anche umiliati per via di una prestazione vergognosa. Si cerca poi di lanciare il messaggio che si sapeva che a Spa e a Monza sarebbe andata così… ah si? e da quando? Vogliamo andare a ripescare qualche intervista di qualche settimana fa?
Binotto: “Porteremo per Belgio e Monza un carico inferiore, che abbiamo sviluppato appositamente e poi altri sviluppi anche in funzione del prossimo anno” e poi “A Monza sarà diverso, anche se sappiamo che sarà un weekend ancora difficile” intendeva “diverso” come “peggiore”. E qui ci vorrebbe Crozza…
Ma quanto deve durare questo “scempio” prima che qualcuno finalmente venga defenestrato? Lo so, lo so, il perbenista e politicamente corretto di turno direbbe: “non serve tagliare le teste, serve stabilità…” come no! ” ma quando le cose vanno male, così terribilmente male, pure rimanere immobili non è che aiuti di certo alla causa… o no? Aspettiamo il 2022?
Come se non fosse già abbastanza compromesso e rovinato l’evento della festa del GP 1000 della Ferrari, un’altra figuraccia arriva dall’organizzazione del Gp di Toscana al Mugello, pista di proprietà della Ferrari che, prima vende i biglietti a prezzi esorbitanti, poi rimborsa tutti e taglia, a seguito di uno “tsunami” di critiche, del 50% tutti i biglietti disponibili. Viene da chiedersi: ma chi diavolo è “lo scienziato” responsabile delle vendite biglietti? E qui ci starebbe l’Emilio Fede nazionale a sottolineare con il proverbiale “che figura di merda…”
Forse si sono resi conto che non vendevano? Forse si sono resi conto che una Ferrari così non aiuta nelle vendite (non ci voleva molto a capirlo), forse si sono resi conto che a parte qualche emiro, tre sultani e una decina di commercianti di diamanti, le tribune sarebbero rimaste squallidamente spoglie…
Grazie a tutti cari protagonisti attuali della storia Rossa. Siete unici, per fortuna, almeno spero…