F1 | Turrini: “Binotto non ha avuto l’umiltà di nominare un direttore tecnico!”

Le difficoltà Ferrari e i problemi gestionali della Scuderia di Maranello sono da ricercare anche nell’assenza di un vero direttore tecnico, figura che Mattia Binotto avrebbe dovuto nominare nel momento in cui ha assunto il mandato di team-principal a gennaio 2019 e la cui mancanza per cosi tanto tempo rappresenta un grave errore della sua gestione. Il pensiero Leo Turrini intervenuto a Pit Talk. 

di Francesco Svelto |

 

 

I problemi della Ferrari non sono soltanto in pista. Ed è risaputo. Oltre ad avere una macchina quasi totalmente sbagliata a livello progettuale, quindi sin dal suo concepimento, è chiaro che tante lacune stanno affliggendo Maranello a livello di gestione delle persone di cui la stessa azienda dispone.

 

Leo Turrini è intervenuto a Pit Talk stamane. Insieme abbiamo ragionato sulla logica – errata secondo il giornalista – che ha portato a tanti illustri allontanamenti negli ultimi dieci anni.

 

Partendo da lontano, Turrini fa riferimento agli episodi del 2011, con Aldo Costa (direttore tecnico), poi a seguire 2016, 2017 e 2019 con gli addii – rispettivamente – di James Allison (direttore tecnico), Lorenzo Sassi (responsabile power unit) e Giacomo Tortora (responsabile simulatori).

Tutti questi nomi sono finiti a rafforzare la rivale d’argento di questi ultimi anni, rendendola praticamente invincibile. Ecco che quindi per Turrini ci sarebbe un’analisi di certe dinamiche da fare in maniera più approfondita.

 

E poi avverte:

“Persone di assoluta qualità che io so che sono state contattate per arrivare a Maranello, hanno risposto con un “No, Grazie!”. Voi siete la Ferrari, siete un mito, siete il sogno di tutti ma io la mia famiglia in Italia non la sposto con il rischio che se sbagliamo quattro corse mi mettete all’angolo! Qui c’è qualcosa di molto più profondo su cui bisogna ragionare!”. 

 

Sulla figura di Mattia Binotto:

“Se uno pensa che Mattia Binotto sia inadatto al ruolo che ricopre non ho niente da obiettare. Però continuare a credere che qui dobbiamo continuamente tagliare teste è sbagliato. Leggo in giro di Enzo Ferrari che avrebbe fatto tremare i muri se ci fosse stato lui, ma non è vero niente! Recentemente anche Mauro Forghieri in una recente intervista ha smentito questa cosa, dicendo che quando le cose non andavano per il verso giusto Ferrari prendeva sempre la difesa dei suoi tecnici. Si rendeva conto quindi che la soluzione non era quella di far scattare la ghigliottina!” 

 

Sul ruolo di Binotto nell’organigramma Ferrari:

Un team-principal con la parte tecnica non c’entra niente. Toto Wolff non si occupa della parte tecnica, cosi come Chris Horner. Jean Todt era formidabile nel suo lavoro ma non era un tecnico bensì un organizzatore. Il grande errore di Binotto è che nel momento in cui – per ragioni che non stiamo qui a recuperare – l’azienda ha deciso che Arrivabene andasse sostituito e lo ha promosso nel ruolo di team-principal, Mattia avrebbe dovuto avere l’umiltà e l’intelligenza di nominare un direttore tecnico. Questo non per scaricare responsabilità ma perché non c’è e non c’è mai stata negli ultimi 30 anni nessuna scuderia in F1 nella quale una sola persona assommi due ruoli. Se tu fai il team-principal devi occuparti di risorse umane, di soldi,  di politica e di regolamenti. Non ti puoi occupare anche di alettoni e simili. Questa è la mia posizione che io ho esternato già dal momento in cui Binotto ha preso il posto di Maurizio Arrivabene!”.  

 

 

Francesco Svelto