F1 | Inghilterra 1978: Reuteman scatena la gioia di Bellentani

Per la quinta prova del mondiale di F1 2020, il Gran Premio del 70° anniversario sempre in terra di Gran Bretagna, l’introduzione storica rimane ripercorriamo la prova – sempre in Inghilterra – del 1978 a Brands Hatch annata 1978 la decima prova del campionato del mondo di F1 1978 si disputa su uno dei più belli e selettivi circuiti di tutto il campionato: Brands Hatch. E la Ferrari fu protagonista con Carlos Reutemann che fece gioire il meccanico Bellentani. 

 

| a cura di Federico Sandoli

La vigilia del Gran Premio d’Inghilterra 1978 è scossa dalle solite notizie di radio box che vedono Patrese rifiutare un accordo con l’Alfa. Si dice che il padovano non valesse fare il vassallo di Lauda, di fatto giocandosi l’occasione di correre con la rientrante casa del biscione. Altra voce, opportunamente smentita senza tanta convinzione, era quella relativa all’accordo tra Jody Scheckter, vecchio pallino del Drake, e la Ferrari: chi sarebbe saltato tra Reutemann e Villeneuve ?

Ma oltre a radio box, a tenere banco sono gli aspetti tecnici, con la Lotus che porta in Inghilterra una versione della 79 con la possibilità di regolare la barra anti-rollio dall’abitacolo e l’Arrows, che dota la macchina di Patrese di un computer che avrebbe dovuto registrare il comportamento della vettura e permettere di modificare l’assetto in modo appropriato. In pratica il nonno delle sospensioni attive.

Sul fronte gomme, Goodyear in Inghilterra decide di produrre gomme radiali montandole sulla McLaren di Patrick Tambay e – per ben figurare nella corsa di casa – dota anche la Lotus di gomme molto performanti.

E la Ferrari? Dopo il naufragio francese, dove ben sette soste ai box trasformarono il gran premio in una sessione di test, a Maranello è maturato nel team la consapevolezza che le gomme francesi si stavano rivelando un connubio senza mezze misure: o dominatrici come in Brasile o drammaticamente comprimari come in terra francese. Anche a Brands Hatch le speranze di ben figurare sono poche. Ed infatti in qualifica le rosse si piazzano molto lontano dalle file che contano per la vittoria. La situazione comincia a cambiare nel warm-up di domenica mattina, quando Reutemann comincia a spiccare tempi di tutto rispetto, trasformando la tartaruga rossa in una lepre dalle ambizioni celate.

Al via del Gran Premio le vetture nero-oro scattano in testa con Andretti che sopravanza Peterson e riescono ad imprimere un ritmo infernale alla gara. Un secondo al giro a tutti fa presagire a una gara noiosa dal canovaccio già scritto. Il primo colpo di scena lo abbiamo quasi subito, al sesto giro, con Ronnie Peterson si deve fermare avvolto da una nuvola di fumo. Il suo Cosworth ha ceduto, mentre Andretti da qualche giro comincia ad alternare giri veloci a giri inspiegabilmente lenti. Al 24esimo passaggio l’americano si deve fermare ai box per sostituire le gomme precocemente consumate.

L’assenza delle Lotus rianima la corsa con le prime sei macchine, guidate da Jody Scheckter, distaccate di due secondi. E quando anche il sudafricano deve arrendersi alla sua macchina, il comando viene preso dalla Brabham-Alfa Romeo di Niki Lauda davanti a uno stupefacente Carlos Reutemann su Ferrari, che abbandonati i tormenti caratteriali, tallona l’austriaco pronto ad approfittare di ogni possibile defaillance o indecisione del leader della corsa.

Ma il clou accade al 61esimo giro. La Brabham-Alfa si trova a doppiare Bruno Giacomelli che, poco esperto, non da subito strada e permette all’argentino della Ferrari di avvicinarsi e superare l’austriaco alla staccata della curva Cleraways.

Tattica perfetta, quasi da giocatore di scacchi quella dell’argentino che, una volta in testa, conduce alla vittoria la sua 312-T3 con perizia e determinazione. Per molti anni Lole considerò questa come la sua vittoria più bella. Ma il nostro ricordo personale va al capo meccanico Bellentani, burbero quanto competente, che sul podio si lasciò andare a una gioia infinita per aver esorcizzato il fantasma inglese e aver ritrovato un grande pilota.

 

 

A questo ricordo agonistico ne aggiungo uno mio personale. Durante le prove a Fiorano nel 1983, chiesi a Bellentani se potevamo fare una foto assieme. Lui in modenese mi rispose: “Perché? Non sono mica famoso…”

E’ grazie anche a queste persone che la Ferrari e’diventata grande…