Domenica a Budapest il GP d’Ungheria chiuderà il trittico di gare consecutive che ha aperto la stagione 2020. E’ già tempo di bilanci e decisioni soprattutto per la Ferrari che presenterà un monoposto corretta.
Terza gara dell’anno, ultima spiaggia. Per la Ferrari in particolare. All’Hungaroring domenica andrà in scena la terza gara stagionale. I temi sono tanti. Mercedes, imprendibile in Austria, arriverà su una pista dove spesso ha lasciato la vittoria alla rossa. Non che la Ferrari possa competere per vincere ma l’Ungheria servirà a rivelare la vera superiorità di una monoposto che quest’anno appare addirittura maggiore rispetto al passato.
Bottas, annichilito da Hamilton in Stiria, deve tornare competitivo e graffiante altrimenti la sua leadership in classifica generale avrà vita molto corta. Due settimane fa sembrava il suo anno, domenica scorsa la solita storia.
Unica alternativa a Mercedes potrebbe essere Red Bull. Manca di motore, almeno 20 cavalli, ma il telaio della RB16 come spesso accade fa miracoli. Se è in giornata Max Verstappen pure. A parità di macchina oggi potrebbe essere lui uno dei pochissimi piloti a poter dare del filo da torcere ad un Hamilton in forma smagliante.
L’Ungheria è una Montecarlo senza palazzi. Ovvero un budello monolinea in cui non è semplice sorpassare. Il motore qui conta ameno che altrove, contano la macchina e il pilota.
La Ferrari arriva a Budapest tramortita da un inizio di stagione da incubo. Ok il podio alla prima gara in condizioni rocambolesche ma è evidente che la SF1000 non c’è. Manca di cavalli, telaio, aerodinamica. Un disastro. Se poi ci si mettono anche i piloti il tutto diventa una Caporetto annunciata.
L’Ungheria sarà uno spartiacque importante. Arriveranno importanti aggiornamenti che inizieranno a fare -entro Silverstone– della SF1000 una vera e propria versione b. E’ evidente che il processo di sviluppo ha subito una accelerazione notevole dopo le deludenti prestazioni sin qui viste rispetto a ciò che era in progetto già da tempo.
A Barcellona nei test ci si era resi conto che qualcosa non quadrava e si è corso ai ripari. Già a pochi giorni dal via stagionale la Ferrari, attraverso Mattia Binotto, dichiarava di andare incontro ad un inizio difficoltoso per poi attendere miglioramenti proprio dall’Ungheria.
E’ evidente che, se non si vuole cercare colpevoli -per citare proprio Binotto– qualora i nuovi componenti fallissero e i piloti risultassero non domi tra loro, se non dei colpevoli almeno dei responsabili la proprietà dovrà individuarli.
Si cambiasse tutto, bisognerebbe farlo subito. In vista di un 2020 corso per correggere una macchina nata male che dovrà fare tutto il 2021 per poi rivoluzionarsi dall’anno successivo. Continuare zoppicando non avrebbe senso, non sarebbe il bene della Ferrari futura. Qui si toccano temi larghissimi, impostazioni filosofie e ruoli in azienda , non solo aggiornamenti di monoposto.
Da qui al doppio Silverstone c’è in ballo il futuro della rossa.
In pole c’è un nome, Antonello Coletta.