F1 | Ungheria 1987: lampi di rosso antico

Anteprima storica del Gran Premio di Ungheria, terza prova del mondiale di F1 2020. Andiamo a rivivere i contesti e gli scenari di quel caldo agosto del 1987, quando il circus per la seconda volta solcava il suolo di Budapest.

 

| a cura di Federico Sandoli 

Il caldo gran premio d’Ungheria accoglie il circus con la notizia ormai ufficiale del divorzio tra Senna e la Lotus. Il brasiliano, ormai stella di prima grandezza, ha ceduto alle lusinghe dell’Honda e insieme al motorista nipponico per la stagione 88 si accaserà alla McLaren.


Ma non è Senna a riempire le cronache e a far parlare il pubblico, ma la ritrovata competitività della Ferrari.


Grazie a un Berger particolarmente ispirato, la scuderia modenese strappa un secondo posto in griglia vicinissima a solito Mansell su Williams. L’unica nota stonata è rappresentata da Alboreto, che perso nel traffico ungherese, riesce a rimediare un quinto posto in griglia.


In casa Ferrari si punta a ribaltare un risultato scontato ormai da diverse gare, dimostrando di essere l’unica alternativa a una dittatura Williams che dal 1986 sta annichilendo tutta la F1.


Alla partenza, Mansell parte in testa, Berger si fa sorprendere da Piquet ma rimane in scia al brasiliano per passarlo alla prima staccata e andare a insidiare la leadrship del leone inglese.


Piquet, sorpreso da tanto rosso, non riesce ad opporre resistenza neanche ad Alboreto che lo passa in scioltezza e va ad accordarsi a Berger, pronti entrambi a sferrare l’attacco decisivo alla Williams di testa in affanno.

 

 

Con Berger in scia e graziato dalla line up del circuito ungherese, Mansell tiene la testa fino al tredicesimo giro quando Berger, vicinissimo, rallenta sul rettilineo di partenza per fermarsi col differenziale KO.


Salito al secondo posto Alboreto pare studiare la corsa e prepararsi a passare l’inglese, quando un calo di motore al giro 29, non gli permette di difendersi dal rientrante Piquet che, sornione, recupera posizioni e cerca di mettere pressione al proprio compagno di squadra.


Nonostante il calo di motore l’italiano della Ferrari pare tenere il terzo posto agevolmente, quando al 44 giro forse una marcia sbagliata o forse il gran caldo, obbligano il 6 cilindri italiano alla resa definitiva posteggiando la rossa 27 a bordo pista.


La gara vede stancamente il susseguirsi senza emozioni del duo Williams che giro dopo giro consolidano la propria posizione e aspettano lo sventolare della bandiera a scacchi.


A 5 giri dal termini, la regia ungherese punta la Williams di Mansell che “sputa” dalla ruota posteriore un bullone costringendo l’inglese al secondo ritiro della stagione.


In testa passa Piquet – detto “fortunello” dal team per essere sopravvissuto all’incidente di Imola – che rallentando prudentemente porta la macchina al traguardo, tagliandolo in prima posizione conquistando così il suo secondo successo stagionale.


Il circus saluta l’Ungheria con un ritrovato Piquet leader ma soprattutto con l’interrogativo se la Ferrari è tornata veramente protagonista o è stato solo un abbaglio estivo della canicola modenese.