F1 – Mentre la Ferrari con una nuova organizzazione interna, cerca di far fronte ai problemi dei primi tre GP 2020, il delegato tecnico della FIA Nicholas Tombazis decanta le lodi dei nuovi sensori applicati alle Power Unit. Ma dalle sue dichiarazioni emerge qualcos’altro…
La stagione 2020, dopo sole tre gare, ha evidenziato ormai abbastanza chiaramente i valori delle scuderie in pista, con un crollo verticale delle prestazioni (e della classifica) del Team più rappresentativo nella storia della F1: la Ferrari.
Gran parte delle prestazioni negative esibite dal team modenese è da ascriversi ad una grave crisi di potenza e contestualmente di velocità, che coinvolgono più aree del progetto SF1000, ma in particolare quella legata al motore della vettura che durante il 2019 era risultato indubbiamente il più potente del lotto.
Proprio sul fattore potenza motore, forti dubbi erano stati avanzati durante la scorsa stagione dalle scuderie concorrenti che avevano preteso un controllo completo delle caratteristiche meccaniche della PU modenese da parte della FIA, dubbi che avevano condotto al famigerato “accordo segreto” tra Ferrari e Federazione.

In particolare, l’attenzione della Federazione si era soffermata, sull’alimentazione del propulsore Ferrari e sugli aspetti legati al flusso del carburante gestito attraverso un flussometro elettronico imposto dalla FIA, per la misurazione della quantità di benzina utilizzata, che la squadra del Cavallino potrebbe aver utilizzato in maniera “non del tutto aderente” alle specifiche imposte.
Tale apparecchiatura utilizzata nel modo “giusto”, avrebbe portato vantaggi nell’ordine dei 30-40 cavalli al motore della SF90 vettura che nel 2019 ha potuto (almeno in qualche occasione) competere con le ex Frecce d’Argento (oggi Frecce Nere) della Mercedes.
L’accordo Segreto tra Ferrari e FIA, scaturito dai controlli della Federazione, ha inibito l’uso scorretto del flussometro sui motori di F1, imponendo una seconda installazione del dispositivo come controllo aggiuntivo al flusso di carburante immesso nei motori.
Proprio di questo ha parlato ai media internazionali, nei giorni scorsi, Nicholas Tombazis analizzando l’introduzione del secondo sensore di gestione all’interno delle power-unit ed i benefici ad essa legati, sottolineando come ciò possa aiutare la Federazione nella valutazione del comportamento delle vetture in pista.
Il tecnico, ha chiarito che l’applicazione del secondo sensore, posizionato sull’ERS, ha regolarizzato una zona poco chiara del regolamento, oltre ad aiutare i motoristi nell’adesione ad alcuni dei punti cardine del regolamento sportivo nei loro progetti.

“Il secondo flussometro e un nuovo sensore per la misurazione del carburante influenzano direttamente le prestazioni delle auto”, ha dichiarato Tombazis, “Se hai più carburante nel motore, la tua potenza aumenta proporzionalmente. Se avessi più corrente nel tuo ERS, la potenza aumenterebbe proporzionalmente. Questi due elementi sono quindi fondamentali nelle prestazioni generali. Penso che i sensori aggiuntivi e le cose che abbiamo introdotto stiano funzionando bene. Apportano maggiore fiducia nelle nostre misurazioni. Ma le informazioni ci vengono sempre fornite dai team, preoccupati che gli avversari possano fare altre cose. Una percentuale è costituita da paranoie o da paure, ma in parte di queste c’è un elemento di verità. Non direi che ci sia preoccupazione per una violazione delle regole, ma ci sono piccole questioni che dobbiamo studiare.”
Le dichiarazioni del tecnico greco, lasciano trasparire chiaramente riferimenti al comportamento della Ferrari durante la stagione 2019, ma ci consegnano anche un possibile riferimento alle spy-story di cui si è parlato nei giorni scorsi a proposito della possibile fuga di notizie alla base dell’accordo segreto Ferrari-FIA.
La frase secondo cui “…le informazioni ci vengono sempre fornite dai team, preoccupati che gli avversari possano fare altre cose…” trova un effettivo nesso con le indiscrezioni dei giorni scorsi (Antonio Granato nelle sue “Granate” ne aveva parlato qui https://www.f1sport.it/2020/07/f1-ferrari-cosi-fan-tutte-quindi/ ) che avevano ipotizzato fughe di notizie tra team e federazione.
C’è da riflettere su tutto questo ed in particolare sul ruolo tecnico della Federazione, evidentemente inadeguata per lo svolgimento dei controlli cui è deputata, protagonista di polemiche in aperta contrapposizione con i team (i reclami Renault su Racing Point sono solo la punta dell’iceberg).
Quegli stessi team, se queste sono le dinamiche descritte da Tombazis, dal ruolo di controllati diventano a questo punto controllori gli uni degli altri, delatori di informazioni, che dovrebbero in realtà essere reperite ed analizzate da coloro che a tale ruolo sono preposti all’ interno degli organismi direttivi federali.
È un gioco al massacro che non fa bene alla F1, accompagnato ad una conduzione quantomeno discutibile del settore tecnico della FIA, incapace di mantenere una velocità (sostantivo quantomai adeguato all’ ambiente) di evoluzione tecnologica pari a quella raggiunta delle squadre partecipanti al mondiale.
Di certo, il pubblico si aspetta grande attenzione alle regole per il mantenimento di una par-condicio tra i team, ma quello che attira gli appassionati è la F1 guidata più che quella combattuta nei tribunali sportivi dei ricorsi sulle regole e di questo la FIA dovrebbe tenerne conto…