Italia (o italians) do it better. Tradotto: gli italiani lo fanno meglio. In tempi di crisi legata al Covid-19, la notizia delle tre gare sul territorio italiano non può che riempire d’orgoglio l’intero movimento e, forse, anche l’intero sistema Paese.
Sia la gestione dell’emergenza sanitaria che la possibilità di avere non 1, non 2, ma ben 3, dicasi tre, circuiti che ospiteranno gare mondiali nella stessa stagione non può che fare bene all’intero movimento, al netto del fatto che uno dei Vicepresidenti della FIA è Angelo Sticchi Damiani, Presidente dell’ACI.
La F1, ultimamente alle prese con l’emergenza Covid-19, ha dovuto rivedere integralmente il proprio calendario, andando a cercare di contenere il più possibile gli spostamenti. Così, è nato un Mondiale eurocentrico (con un gradito ritorno alla tradizione), salvo le ultime decisioni sulle gare che saranno ospitate nel corso dell’autunno, e nella scelta dei circuiti di gara la sorpresa più bella è stata quella di trovare l’Italia come il paese che più di ogni altro è in grado di garantire, nei limiti del possibile, le maggiori garanzie in merito alle misure di contenimento del virus e, contemporaneamente, offrire più teatri di gara, mostrando un segno di (apparente) unità all’interno dell’automobilismo di casa nostra.

Gli sforzi profusi in questi mesi (o per meglio dire in questi anni) sono stati premiati e avere ben 3 circuiti in grado di assicurare l’omologazione di grado 1 è un punto d’orgoglio per tutto il movimento, seppure nel corso di questo periodo le discussioni non sono mancate.
Il fatto di escludere un circuito con la storia e la tradizione di Imola (tornata finalmente alla giusta ribalta) si è rivelato un clamoroso errore, anche perchè l’impianto emiliano ha beneficiato di una stabilità finanziaria e organizzativa che altri impianti non hanno (o non hanno avuto), con il risultato che diverse tappe del Mondiale sono state “mordi e fuggi”, mentre Imola è stata più volte sul punto di entrare in F1 con un appoggio non indifferente, quello di Bernie Ecclestone, che ha proposto il circuito emiliano per ospitare il GP d’Italia. Gli ostacoli posti sul percorso, però, hanno fatto il resto.
La novità assoluta del Mugello che va ad affiancare Monza ha fatto il resto, creando le condizioni per questo trittico mai accaduto nella storia della F1 (o perlomeno non se ne ha memoria) non è mai accaduto di veder ospitate tre gare nello stesso Paese e su tre circuiti diversi); un grande vanto per tutto l’automobilismo di casa Italia che, forse, dovrebbe pensare più a festeggiare che non a litigare… ogni riferimento è puramente casuale.