Il primo week end della stagione anomala 2020, si è concluso decisamente sotto tono per Lewis Hamilton, non solo dal punto di vista dei risultati in pista. Se il quarto posto va decisamente stretto al Campione inglese, alla luce della vittoria del suo compagno di squadra, la cosa che preoccupa nel lato box del 44 è senz’altro la tendenza a commettere scorrettezze che, come tanti ben sanno, pesano sul sistema della patente a punti che è in vigore in Formula 1.
| a cura di Fabrizio Bianchini
Il regolamento infatti non valuta solo la gara, ma anche tutti i turni di prova e in Austria Hamilton ha collezionato ben tre infrazioni: gli è stato infatti tolto il primo giro del Q3 dove è andato oltre i limiti della pista, gli è stato tolto l’ultimo tentativo effettuato in regime di bandiere gialle senza rallentare e gli è stata inflitta la penalità di 5 secondi per il contatto di gara con la Red Bull di Alexander Albon.
L’intero Team Red Bull è infatti furioso. Helmut Marko ha dichiarato che il sistema di penalità va rivisto perché chi rovina la corsa ad un pilota non può prendere solo 5 secondi di penalità a fronte magari di un ritiro.
Christian Horner ha invitato Hamilton a scusarsi perché non è la prima volta che butta fuori uno dei loro piloti e Albon si è pesantemente lamentato che l’inglese, di fatto, pur avendo tutto lo spazio possibile lo ha comunque toccato spedendolo nella ghiaia. Ad aggravare le cose, è senza dubbio la recidività di Hamilton in seguito al fattaccio di Interlagos 2019, ai danni dello stesso Albon.
Se eticamente parlando c’è ovviamente da discutere, il regolamento parla chiaro: tre penalità in un solo week end sono un pericolo evidente per l’intera stagione di un pilota e Hamilton ha solo 5 punti patente da spendere prima di essere squalificato per un gran premio.
La stagione rischia di essere molto corta causa Covid-19 e, vista la tendenza mostrata dall’inglese a commettere infrazioni, l’ipotesi di un gran premio di squalifica è tutt’altro che remota. In una stagione con pochi gran premi, uno zero può rivelarsi fatale per le ambizioni iridate e questo in casa Mercedes non può di certo lasciare tranquilli.
Forse è tempo che qualcuno si decida a parlare seriamente con Hamilton, facendogli notare che avere la testa altrove non è decisamente la soluzione migliore per approcciarsi ad una stagione che, fatti alla mano, è più complicata di altre.
La cosa strana è che Hamilton stesso non riesca ad imparare dai suoi errori, errori che lo hanno portato a perdere il titolo contro Rosberg nel 2016.
Partire indietro nello schieramento causa penalità o errori, è la prima cosa da evitare in un week end di gara perché contatti e sorpassi da effettuare sono imprevisti che possono costare molto cari e rovinare un intero gran premio.
Andare oltre i limiti della pista può succedere, non vedere una bandiera gialla in un momento concitato delle qualifiche anche, ma sbattere fuori un altro pilota quando per di più non si è nuovi a certe cose, assolutamente no.
Urge che qualche riflettore si spenga a Hollywood, se non si vuole rischiare che tutto si complichi in maniera ben poco gestibile. Che i piloti tornino a fare i piloti, per i ruoli di Ambasciatore e per le continue manifestazioni sui diritti umani, c’è sempre il post carriera.