La Ferrari dopo le ultime spoglie prestazione è sempre più al centro dell’attenzione mediatica. A Pit Talk con l’ex motorista Fulvio Conti si parla proprio della situazione interna alla scuderia di Maranello, piuttosto precaria.
Il terzo GP della stagione si è concluso, ma non ha lasciato chissà quali spunti dopo il dominio Mercedes.
Nell’ultima puntata di Pit Talk invece, tra gli ospiti c’è Fulvio Conti, ex addetto al reparto motori Ferrari, che ci racconta in maniera più accurata, la situazione interna che si vive a Maranello.
Come tutti sappiamo, la Ferrari dal 2019 non sta vivendo un buon periodo.
“Molte strutture e laboratori interni alla Ferrari, non sono pronti. Sarebbe inutile al momento cambiare Team Principal, poiché non può fare miracoli.”
L’attenzione cade subito sul discusso ruolo di Mattia Binotto, team-principal e direttore della Power Unit della scuderia di Maranello, che negli ultimi tempi non sta entrando nelle grazie dei tifosi.
Spesso è difficile inquadrare la sua posizione, specialmente in situazioni scomode che si vengono a creare nella scuderia.
La considerazione di Conti scava più in profondità, evidenziando che, la natura del problema non nasce da Binotto, ma è più radicata, e, la sostituzione del TP non garantisce l’automatica ascesa della squadra.
“Nel 2014, l’ambiente era piuttosto rassegnato, tutti facevano quello che volevano. Quando arrivò Marchionne, la situazione cambiò, si iniziò a rigare dritto. Questo è ciò che manca alla Ferrari, qualcuno che incuta timore all’interno del team, per tornare a vincere.”
Ancora una volta, il concetto espresso da Conti fa fede ad una motivazione più profonda.
Evidentemente in Ferrari manca qualcuno che faccia la voce grossa, come il buon Marchionne faceva all’interno della squadra, ma rimanendo comunque amato e rispettato da tutti.
Ricordiamo le parole colme di dolore da parte di Vettel a ridosso della sua scomparsa.
Il problema della Ferrari nasce dal principio, vuoi per sfortuna, vuoi per una cattiva gestione delle situazioni, si semina ciò che si raccoglie.
“La Ferrari non uscirà da questa crisi prima di 2,3 anni. Mancano le strutture, manca l’organizzazione, per fare un progetto è necessario sia a lungo termine.”
Amara verità quella che ci racconta Fulvio Conti.
Al momento la Ferrari brancola nel buio sotto tutti i fronti e ci vorrà del tempo prima che possa tornare a lottare per il titolo.
L’assenza totale di un organizzazione, di una base solida è ciò che lascia perplessi.
Come può un’azienda, un marchio, un simbolo così importante a non avere delle fondamenta da cui partire?
Il mio modesto parere ricade sul fatto che la scomparsa di Marchionne abbia totalmente scombussolato l’ambiente, riportando a Maranello quel caos che vigeva nell’ultimo periodo di Montezemolo, post Schumacher.
L’assenza di un leader, della mancanza di coesione, abbandona la Ferrari a se stessa.
Solo il tempo saprà dirci se a Maranello, le cose torneranno alla normalità, che ormai da anni manca alla scuderia.