F1 | Alonso ritorna in Renault

Il ritorno di Fernando Alonso in F1 alla Renault è stato ufficializzato poco fa dalla squadra francese. E’ il tentativo estremo per la Règie di tornare ai livelli massimi con un campione che non ha ancora chiuso il cerchio in F1. Dovranno farlo, insieme, entro la fine del 2022 e affrontando anche un cambio di regolamento tecnico senza precedenti.

 

di Francesco Svelto |

 

Il vociferare delle voci, sempre più insistenti col passare dei giorni, stava iniziando a sciogliere ogni dubbio. Il ritorno di Fernando Alonso in Renault si faceva sempre più concreto, fino alla giornata di ieri, dove praticamente mezzo mondo della F1 riportava la notizia che si è concretizzata alle 13:00 circa – quindi poco fa – di oggi: Alonso ritorna in F1 dopo due stagioni di assenza.

E lo fa tornando alla Renault per la terza volta, dopo esservi approdato dal 2002 al 2006 e poi nel biennio 2008-2009 vincendo due titoli mondiali straordinari. Durante la sua assenza dal grande circus ha vinto due 24h di Le Mans, due titoli mondiali WEC, una 24h di Daytona, ha provato per due volte a disputare la 500 miglia di Indianapolis (ci riproverà anche quest’anno) e la Dakar.

Una scelta, quella di Alonso, che non potrà che fare piacere all’interno mondo della F1, orfana di un campione straordinario, carismatico, fuori dagli schemi e molto spesso in contrasto con le dinamiche “asettiche” che il circus impone.

Alonso è uno che non conosce mezze misure. Dotato di un talento cristallino, oggettivamente riconosciuto (forse non è il più veloce sul giro singolo ma a parere di chi scrive è uno dei piloti più completi e veloci degli ultimi 30 anni) e di una voglia di vincere francamente non visibile in tutti i colleghi della sua generazione, Alonso ha anche un carattere particolare, nel senso migliore del termine.

Non è un politico, è uno che dice le cose come stanno nel bene e nel male (in Ferrari e Honda ne sanno qualcosa). E’ capace di muovere le masse, spagnole e non. E’ in grado di attirare su di se le attenzioni dei media e questa cosa Renault la sa bene. Ecco perché anche dopo l’approdo di Luca de Meo, italianissimo manager della casa francese ufficialmente investito della carica da appena qualche giorno, ha favorito tutta questa operazione in un periodo oggettivamente difficile per la casa francese, sia a livello sportivo che di automotive. E non poteva essere altrimenti data la crisi mondiale dalla quale il mondo non è ancora uscito.

Le difficoltà appunto. Quelle sportive – concentriamoci su queste – parlano di una Renault in grande crisi di risultati. L’apporto economico non sembra ad ora vacillare ma sicuramente non sarà cosi per sempre. E’ un team che le risorse le ha e che vuole concretizzarle con una guida tecnica – quella di Alonso – che sappia dove indirizzare lo sviluppo dell’auto per colmare i punti deboli. Cosa che forse un giovane non avrebbe saputo fare.

Indubbiamente fa pensare il fatto che Alonso a fine 2018 aveva detto di voler tornare a patto di avere tra le mani un sedile potenzialmente vincente. Lo spagnolo voleva concretizzare il suo enorme, immenso potenziale con le vittorie in pista e con i titoli che a curriculum, oggettivamente, gli mancano.

Al momento la Règie è tutt’altro che questo. Sportivamente si può sperare che lo diventi, ma razionalmente è difficile credere in una Renault da titolo mondiale entro la fine del 2022 (termine della durata del contratto di Alonso).

Alonso scavallerà quindi i cambiamenti regolamentari: affronterà le F1 attuali che resteranno simili nel 2021 ed affronterà le nuove monoposto ad effetto suolo del 2022, sperando che la Renault interpreti al meglio questa opportunità. Di sicuro, per lui, questa è l’ultima chiamata.

 

Francesco Svelto