I problemi della Ferrari non sono solo i piloti, anzi. A riguardo vi proponiamo l’interessantissimo passaggio di Pino Allievi sulla attuale gestione di Binotto in seno alla scuderia. Il giornalista analizza anche le figure della massima dirigenza delle Rosse – Elkann e Camilleri – evidenziando come siano molto differenti rispetto a coloro che li hanno preceduti nel recente passato.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
E’ fuori dubbio che in momenti difficili come quelli che sta passando la Ferrari in questo momento (a parere di chi scrive, qualche giorno fa è stato raggiunto il punto più buio della storia Ferrari degli ultimi 30 anni), in discussione non ci siano soltanto i protagonisti della pista – su cui pure pesano pesanti responsabilità – ma anche le teste più in alto della gerarchia.
E subito al di sopra dei piloti, c’è il responsabile massimo della Gestione Sportiva, attualmente rispondente al nome di Mattia Binotto, la persona alla quale tutti i reparti dell Scuderia Ferrari devono rendicontare (e immaginiamo che ci sia molto da discutere tra le parti in questo particolare periodo).
Sulla figura di Binotto è intervenuto anche Pino Allievi ieri a Pit Talk:
Binotto gestisce 1200 persone quasi tutte l’una contro l’altra. Capisco tutte le sue difficoltà che ha lui ora cosi come capivo quelle di Arrivabene prima di lui e quelle di Stefano Domenicali ancora prima. Non credo che Binotto sia il direttore tecnico del progetto ma è chiaro che la responsabilità sia tutta sua. Lui è il terminale di tutto ciò che succede in Ferrari e sono molto stupito dalla schiettezza con la quale analizza le situazioni attuali, quasi da esterno. Mi sembrano troppo crude e troppo sfrontatamente sincere!
E oltre a Binotto, la massima figura sportiva della Ferrari attuale, gli occhi cominciano a guardare anche verso altre figure prettamente manageriali. Figure che la Ferrari la gestiscono con un imprinting diverso rispetto a quello a cui siamo stati abituati nelle ultime decadi. Cosi Pino Allievi:
La dirigenza attuale sta zitta, non ha le competenze delle precedenti in termini di conoscenza della F1. Elkann e Camilleri sono uomini di finanza, non di corse, ma certamente servono e fanno bene alla Ferrari ma prima di tutto bisogna far quadrare i conti. Ad ogni modo l’uomo al vertice della Gestione Sportiva è Binotto e mi va bene che sia lui. Ma al di sotto non vedo personaggi di spicco. La struttura è orizzontale (introdotta da Marchionne qualche anno fa, n.d.r.) ma poi c’è sempre un capo.
Io non so se è il caso di tornare a organizzazioni puramente verticali ma in Ferrari bisogna cambiare tanto. Io dico sempre una cosa: sopra Forghieri c’era Ferrari, sopra Domenicali c’era Montezemolo, sopra Arrivabene c’era Marchionne. Oggi sopra Binotto c’è gente che fa un altro lavoro. Le metodologie di lavoro e i concetti della macchina riportano a lui. Secondo me Binotto è una persona validissima, per bene, onesta, ma gli manca un numero due valido, che pesi non a livello politico ma tecnico.
Infine anche un passaggio su Antonello Coletta, nome che nella giornata di ieri è circolato molto per una eventuale sostituzione dell’attuale direttore della GeS:
Coletta? Lo stimo molto, magari gradualmente potrebbe ambire a quel ruolo ma prima passando però per altre mansioni.
Francesco Svelto