F1 | Wolff sull’addio di Vettel: “Avremmo fatto diversamente”

Toto Wolff, il gestore del muretto Mercedes, chiarisce il suo “modus operandi” nella scelta delle gerarchie per i piloti Mercedes rivelandosi molto critico verso gli avversari.

| di Paolo Senni

Il terremoto dei sedili in F1 provocato dall’allontanamento di Sebastian Vettel dalla Ferrari, in concomitanza con la ripresa delle attività in pista, ha riaperto il tavolo delle dichiarazioni relative al “valzer” dei piloti per il 2021.

In particolare Toto Wolff, team principal della scuderia Campione del Mondo, dopo la sua riconferma all’ interno della Mercedes (qui l’approfondimento https://www.f1sport.it/2020/05/il-budget-cap-accontenta-mercedes-e-renault-restiamo-in-f1/) da parte di Daimler, esprime alcune perplessità riguardo la conduzione di piloti all’ interno dei team concorrenti ed in particolare della Ferrari e della McLaren.

La Mercedes non ha ancora confermato ne annunciato la sostituzione di nessuno dei due piloti per la stagione 2021, contrariamente a quanto   fatto da Ferrari e McLaren, e su questo argomento, Wolff ha dichiarato al magazine tedesco Auto Motor Und Sport:

“Non voglio stringere troppo in termini di tempistica. Ora vogliamo iniziare la stagione e lasciare che entrambi i piloti guidino liberamente. Vogliamo anche vedere come si presenta George (Russell), prendendo la decisione nel corso dell’estate.”

Sull’ipotesi che Sebastian Vettel abbia anche la possibilità di guidare per il titolo mondiale con una Mercedes, portando il duello con Lewis Hamilton ad armi pari, Wolff ammette che c’è un grande rispetto per Vettel.

“Sebastian è ovviamente una grande personalità e, con quattro titoli mondiali, anche uno dei piloti di spicco della sua generazione. In termini di talento e personalità, non direi assolutamente di no a Sebastian. Resta però un candidato esterno per un abitacolo alla Mercedes. Prima di tutto, ovviamente, guardiamo all’ interno della Mercedes. “

Wolff si è dichiarato sorpreso soprattutto dalle tempistiche delle decisioni prese a Maranello, dall’estensione del contratto con Charles Leclerc fino al 2024 annunciato a dicembre, all’ingaggio di Carlos Sainz. Sul rinnovo di Leclerc e l’allontanamento di Vettel dalla Ferrari ha dichiarato:

“È stato tutto insolito: l’estensione di cinque anni del contratto di Charles è particolarmente lunga. Attualmente questa non è una procedura comune, anche se ovviamente Charles va considerato un pilota eccezionale. Si percepiva che il feeling tra Sebastian e la squadra non era più così buono, ma l’affiancamento di un nuovo pilota alla squadra così in anticipo, così come ha fatto anche la McLaren, è qualcosa che non faremmo mai!

Riferendosi proprio alla squadra inglese il capo della Mercedes Motorsport afferma:

“Dovranno lavorare con un pilota come Carlos (Sainz) e sviluppare ulteriormente la macchina, condividendo però i propri segreti con chi sai che guiderà da qualche altra parte l’anno prossimo “.

Il manager tedesco ha anche spiegato in che modo la scelta della separazione tra Vettel e la Ferrari e le tempistiche particolarmente veloci della sua sostituzione possano rivelarsi controproducenti e possano anche avere effetti negativi sull’umore della squadra e sul fair play tra i piloti:

 

“Hai bisogno di entrambe le macchine per raccogliere punti. Se entrambi i piloti sono di pari livello, entrambi saranno allo stesso punto in pista e allora forse sia l’uno che l’altro non avranno più nulla da perdere, e questo vale in particolar modo per chi non ha futuro nella squadra. Ma non voglio giudicare se sia giusto o sbagliato. Noi avremmo fatto diversamente. Entrambi i piloti con noi hanno sempre avuto le stesse opzioni all’inizio dell’anno, anche se con Valtteri l’anno scorso è stato piuttosto difficile. Nonostante tutto abbiamo sempre dato a entrambi la possibilità di guidare per il titolo mondiale”.

Wolff, oltre alla critica (peraltro condivisibile) sulla scelta delle tempistiche, si è soffermato anche ad analizzare quelle che potranno essere le dinamiche gerarchiche all’interno dei team concorrenti, ipotizzando che ne Sainz alla Ferrari ne Albon alla Red Bull potranno essere rapidamente retrocessi a “portatori d’acqua”:

“Non credo che Carlos vada alla Ferrari e pensi: ‘Ora lì sono il secondo violino’ e neanche il giovane Albon che alla Red Bull vuole farsi un nome. Non si dovrebbe mai immaginare che una situazione “numero 1, numero 2” funzioni perché ogni pilota ha l’ambizione di vincere “.

A parere di chi scrive è opportuno ricordare che questa logica organizzativa, al di là del valore sportivo che rappresenta, (N.d.R: e che contrariamente a quanto sostenuto da Wolff, non sempre ha rispecchiato le scelte della Mercedes in pista…) in varie circostanze è stata messa in atto anche dai team antagonisti, con risultati talvolta disastrosi.

E’ il caso delle diatribe Ricciardo-Verstappen, Vettel-Ricciardo o Vettel-Webber alla Red Bull, degli attriti tra il grande Ayrton Senna e il campionissimo Alain Prost alla McLaren (ripetutisi alla Ferrari con Nigel Mansell) o dell’anno Rosberg-Hamilton alla stessa Mercedes in cui i due piloti non hanno risparmiato grattacapi ai vertici di scuderia, senza dimenticare peraltro gli episodi Vettel-Leclerc del 2019.

Va anche ricordato che molto dipende anche dalla qualità del mezzo messo a disposizione dei drivers che, talvolta, lascia emergere caratteristiche di guida superiori di un pilota rispetto ad un altro, evidenziando in maniera naturale il numero 1 ed il numero 2 senza che questo comprometta particolari equilibri all’ interno della squadra.

Quindi è senz’altro giusto dare ad inizio stagione, pari opportunità ad entrambi i piloti all’interno di una squadra di F1 senza però cancellare a priori quelle che sono le peculiarità di un pilota rispetto all’altro, determinando durante la stagione l’effettiva gerarchia in pista, che dovrà condurre la squadra alla vittoria.

Le gerarchie sono importanti, e di questo Wolff e la Mercedes, dopo i sei mondiali conquistati da Hamilton, ne sanno qualcosa…

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